Dopo lo scalpore generato nei giorni scorsi dall’ammissione del primo atleta transgender alle Olimpiadi di Tokyo ieri è invece arrivata la notizia che L'USATF (Associazione di atletica leggera americana) non ha concesso il via libera all'atleta di origini giamaicane CeCe Telfer perché “non ha soddisfatto le condizioni stabilite nel regolamento di idoneità per gli atleti transgender del World Athletics ed è quindi non idonea a competere".
Infatti nel 2019 la Iaaf ha stabilito gli atleti transgender non devono superare, 12 mesi prima delle competizioni, il livello di testosterone pari a cinque nanomoli per litro per poter prender parte alle gare ufficiali.
Benché sia positivo che le associazioni ufficiali abbiano deciso di fermare in questo caso l’atleta in questione, va comunque ricordato che un recente studio scientifico ha dimostrato che anche quando i parametri delle associazioni sportive vengono rispettati gli atleti trans mantengono comunque un notevole vantaggio muscolare sulle donne con cui vanno a competere.
Fonte: La Repubblica