Il Parlamento Europeo si è pronunciato sulla vicenda blasfema che ha visto protagonista l'influencer Riccardo Simonetti, dichiarando che "non è nostro ambasciatore", ma solo un collaboratore, chiamato in causa dall'Unione Europea sulle tematiche Lgbt per via della sua popolarità e dunque come strategia di comunicazione per arrivare a più persone possibili.
I dubbi, però sono tanti. Innanzitutto ci si chiede che tipo di collaborazione è. Simonetti - a detta del Parlamento europeo - non è pagato, né finanziato in alcun modo. Ci sarà però un qualche accordo (scritto?) per fare il "collaboratore"? Di che accordo si stratta? Quali sono i dettagli?
Inoltre il Parlamento ha smentito il ruolo di "ambasciatore", arrivando addirittura a dire che "non esiste". Simonetti, però, sul suo profilo instagram ufficiale si presenta proprio con queste testuali parole, che lasciano poco spazio all'interpretazione: «Lgbtq*Goodwill Ambassador EU Parliament", con tanto di bandiera europea.
Qualcuno allora mente. Chi? Il Parlamento europeo che ci vuole quindi nascondere questo ruolo oppure l'influencer che è quindi un millantatore?