Jules Joanne Gleeson, attivista trans molto noto, scrittore e coature del libro di prossima pubblicazione Trans Marxism, insiste sul fatto che il nucleo familiare è uno strumento che genera transfobia, quindi deve essere sostituito con legami queer, non convenzionali e "non controllati": la famiglia è "plasmata dalla supremazia bianca", e dal "capitalismo e razzismo sistemico".
Gleeson, che è anche uno di quelli che sostiene che debbano essere abolite pure le prigioni, dice che nemmeno le "famiglie queer" sono perfettamente in grado di non far danni: devono proprio essere aboliti i nuclei familiari "privati": abolire la famiglia significa lasciare che i rapporti che sbocciano spontaneamente siano incontrollati.
L'avversione per la famiglia è ben radicata nell'ideologia transessualista. Gleeson è in buona compagnia.
Per esempio, in un video creato il giorno della festa della mamma, il ciclista canadese e attivista transgender Veronica Ivy (che è maschio e gareggia - e vince - con le donne perché si sente donna), già noto come Rachel McKinnon, consigliava ai ragazzi trans di andarsene di casa: lì fuori c'è la comunità trans pronta ad accoglierli.
Già dal 2018, gli attivisti transgender negli Stati Uniti hanno iniziato a fare pressioni sul governo perché i servizi sociali togliessero i minori dalle famiglie che rifiutavano di "affermare" il genere da essi percepito. Toccò per prima a una diciassettenne dell'Ohio che i genitori non chiamavano con il nome maschile e a cui non volevano far assumere gli ormoni maschili. Allo stesso modo, le autorità australiane hanno tolto un'adolescente dalla casa dei suoi genitori nel 2019 dopo che si erano rifiutati di permetterle di assumere testosterone. Da allora, episodi del genere si sono andati tristemente moltiplicando.
Fonte: www.womenarehuman.com