Travis Lyles, l'editor del profilo Instagram del Washington Post, ha annunciato pochi giorni fa che il giornale ha cambiato le suo linee guida di stile per essere più "inclusivo" quando ci si riferisce alla gravidanza nelle storie.
Anche se i termini "donna incinta" e "donna in gravidanza" saranno ancora utilizzati nei casi in cui l'identità di genere della persona è nota, il Post ha osservato che "usando questi termini escludiamo coloro che sono transgender e non binari. Tuttavia, dobbiamo fare in modo che i nostri sforzi per essere più inclusivi non vadano a scapito di altri gruppi emarginati, come le donne, e aumentino i sentimenti di esclusione".
La nota aggiunge: "In altre situazioni, per essere più inclusivi, diremo “donne incinte e altre persone incinte”. Sì è un’espressione un po’ lunga, ma ha il vantaggio di essere il modo più inclusivo di esprimersi in un articolo".
Questi poi sono altri termini considerati accettabili dal Washington Post: pazienti in gravidanza, popolazione in stato di gravidanza, coloro che sono incinte e individui in stato di gravidanza.
Questa ennesima trovata politically correct è arrivata appena pochi giorni dopo l’ondata d’indignazione che era stata provocata dalla copertina della rivista The Lancet. Risulta ormai evidente che è in atto un tentativo coordinato di modificare in senso ideologico la realtà naturale, utilizzando una terminologia sempre più indeterminata e neutra.
Fonte: Townhall