Ieri la senatrice del PD Monica Cirinnà ha scatenato un vero e proprio terremoto, esprimendo in un’intervista al TG1 delle minacce che ricordano, almeno in parte, quelle che venivano fatte dai funzionari dei regimi totalitari del secolo scorso: “Oggi in Senato è il giorno della verità, abbiamo i nomi e i cognomi di chi vuole modificare questa legge, di chi fa l’occhiolino a Orban, di chi vuole continuare a lasciare persone oggetto di crimini d’odio”.Insomma, una vera e propria lista di proscrizione.
Le frasi della senatrice sono state accolte male non solo dall’opposizione, ma anche da alcuni membri del Partito Democratico e dagli alleati di Italia Viva, tanto che Davide Faraone ha replicato duramente su Twitter all’ex compagna di partito: “Ricordo alla senatrice Cirinnà che le liste di proscrizione venivano fatte in questo paese dal regime fascista e che quel regime era campione di discriminazioni. Chiedo al Partito democratico di prendere immediatamente le distanze dalle sue parole”.
Il clima di tensione sul ddl Zan non fa quindi che aumentare, ad ulteriore prova che si tratta di una legge che va definitivamente cestinata per il bene del paese.
Fonte: Il Tempo