In un momento storico in cui la lobby LGBT viene supportata da gran parte dei governi del mondo occidentale, la Corte suprema degli Stati Uniti è incredibilmente andata controcorrente, pronunciando una sentenza che ha chiarito che i diritti religiosi devono essere tutelati anche quando entrano in contrasto con le richieste della community LGBT.
Come riportato dall’ANSA, ieri a Washington “con una decisione unanime, la Corte suprema degli Stati Uniti ha anteposto i diritti religiosi a quelli della comunità Lgbt, sentenziando a favore di un’agenzia affiliata alla Chiesa cattolica.
L’agenzia aveva fatto causa all’amministrazione dem di Philadelphia dopo essersi vista rifiutare l’affidamento di bambini, in quanto proibiva alle coppie gay di farne richiesta. La decisione segna una vittoria per il Catholic Social Services (parte dell’arcidiocesi locale), che aveva accusato il governo cittadino di violare il primo emendamento della costituzione sulla libertà di parola e di religione”.
Ci auguriamo che questa importante sentenza abbia ripercussioni anche in altre parti del mondo, in cui molti cristiani e cattolici sono già perseguitati e puniti per il semplice fatto di avere espresso delle opinioni in difesa della famiglia naturale.
Fonte: ANSA