La legge contro l’omotransfobia spacca il mondo politico, sia a destra che a sinistra. Nel centrodestra, infatti – da sempre contrario al ddl Zan – sono spuntate fuori alcune voce a favore del disegno di legge, anche se isolate, come il governatore leghista del Veneto Luca Zaia o alcuni esponenti di Forza Italia.
Nel centrosinistra, invece, la spaccatura sembra più ampia, soprattutto di chi è contrario alla legge e al testo attualmente in discussione. Personalità del femminismo, intellettuali, pesino esponenti di Arcilesbica e del mondo Lgbt hanno infatti sottoscritto un documento in cui si chiede di "cambiare il ddl Zan", perché confuso e ideologico. "E' una legge scritta male che porta a interpretazioni e applicazioni controverse” viene scritto.
Tra i nomi più eclatanti di chi ha sottoscritto questa sorta di contro-manifesto, come riporta Repubblica, anche Alessandra Bocchetti, la regista Cristina Comencini, Emma Fattorini, l'ex parlamentare dem Teresa Armato, Francesca Izzo, il consigliere regionale lombardo del Pd Fabio Pizzul, lo storico Beppe Vacca, l'ex sindacalista Giorgio Benvenuto, alcuni esponenti di Italia Viva, Aurelio Mancuso, ex presidente di Arcigay e capofila delle battaglie omosex.
Secondo una larga fetta della sinistra italiana, quindi, la legge Zan si è trasformata “in una proposta pasticciata, incerta sul tema della libertà d'espressione, offensiva perché introduce l'"identità di genere", termine divenuto il programma politico di chi intende cancellare la differenza sessuale per accreditare una indistinzione dei generi". Il "contro manifesto" della sinistra ha raggiunto oltre 250 firme.
Fonte: LaRepubblica