17/03/2021

FLASH – L’UE imporrà la neolingua del politicamente corretto

La follia politically correct è ormai imperante nel Parlamento Europeo, da cui giungono novità a dir poco sconfortanti. Infatti Simona Baldassarre, medico, europarlamentare della Lega e Responsabile del Dipartimento Famiglia del Lazio ha rivelato le assurde indicazioni contenute nel nuovo glossario redatto dall'unità Uguaglianza, inclusione e diversità facente capo alla Direzione generale per il personale. Come riportato da “Libero” e da “Il Giornale” si tratterebbe di un glossario del linguaggio "sensibile" per la comunicazione interna ed esterna, rivolto al personale dell'istituzione per "comunicare correttamente su questioni riguardanti la disabilità, le persone LGBTI+, la razza, l'etnia e la religione". Di fatto si tratta del tentativo di imporre agli europarlamentari una vera e propria “neolingua” basata sui dettami del politicamente corretto.

Roberto Vivaldelli ha commentato così sul Giornale.it: “l'attenzione è massima verso le parole che, d'ora in poi, non si dovranno più impiegare, in particolare verso l'universo Lgbt. Quindi vietato assolutamente dire "gay, omosessuali e lesbiche" e spazio alle più accomodanti espressioni "persone gay, persone omosessuali, persone lesbiche". Guai a dire anche "matrimonio gay": la nuova neo-lingua impone che si dica "matrimonio egualitario". Scorretto anche parlare di "diritti dei gay e degli omosessuali" che va sostituito con "trattamento equo, paritario". Pensate inoltre di essere maschi o femmine? Vi sbagliate di grosso, la biologia per i super burocrati di Bruxelles non esiste. È un'invenzione dei suprematisti bianchi e della società patriarcale. D'ora in poi si parla di "sesso assegnato alla nascita" e non del retrogrado "sesso biologico". Sbagliato altresì parlare di "cambio di sesso", che ora diventa una "transizione di genere". E poi arriviamo alla famiglia. Dimenticatevi quella tradizionale e sostituite "padre" e "madre" con un più generico "genitori": vorrete mica offendere qualcuno? L'obiettivo è chiaro: imporre la neo-lingua del pensiero unico progressista a tutta la macchina burocratica dell'Unione europea, adottando un linguaggio cosiddetto "inclusivo" e rispettoso delle minoranze etniche e di genere (Lgbt)”. Se non si fa nulla per contrastare questa deriva presto questo “glossario” verrà imposto a tutti, senza eccezioni.

Fonte: Il Giornale

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