05/04/2023

FLASH - Murales choc a Rimini, poi rimosso. Uomo allatta un bambino. Ma per Luxuria è tutto ok

Una forma di “arte” (le virgolette sono d’obbligo) non sono di dubbio gusto e vergognosa (anche semplicemente per i minori che passano e guardano), ma anche una chiara provocazione che nulla ha a che fare né con la libertà di espressione ne tantomeno con diritti (e fantomatici diritti) chiamati in causa dal mondo Lgbt.

Stiamo parlando del murales realizzato davanti a una chiesa di Rimini che raffigura un uomo che allatta con la scritta: "Equity".

«Mia figlia di 5 anni mi ha chiesto come è possibile che un uomo allatti un bebè. Che cosa le rispondo? Un conto è l’inclusione, che dev’essere sacrosanta. Un altro è il dover imporre a tutta la città la cultura Lgbt, per di più in un luogo ad alta affluenza turistica e di alto passaggio, visto che il murale è visibile dalla linea ferroviaria» spiega un cittadino sentito dal Quotidiano Nazionale, così come riportato anche sul sito del Giornale. Inevitabili anche le proteste dal punto di vista politico, con Matteo Montevecchi, consigliere regionale della Lega che si è chiesto se sia stato - e in caso perché - autorizzato dal comune.

Un’iniziativa, inoltre, che palesa che una vera e propria ipocrisia nel modus operandi del mondo Lgbtqia+. Se da una parte, infatti, ci si proclama paladini delle libertà e dei diritti, dall’altra poi non si rispettato i diritti e lei libertà degli altri, di chi la pensa diversamente, ma anche delle stesse donne sostituite dalla cultura della sessualità fluida. Neanche, in definitiva, si rispettano i diritti di chi - di passaggio o di chi si reca nella vicina chiesa - vedrà questa chiara e inequivocabile provocazione.

Il murale è stato cancellato e "imbiancato", in realtà non dal Comune né dalle autorità competenti ma per ora da ignoti. Nonostante questo c'è chi si è detto d'accordo con il suo messaggio, come Vladimir Luxuria che sui social ha scritto "gli uomini trans possono allattare", dimenticandosi però di spiegare che se possono farlo è proprio perché, in realtà, si tratta di donne.

 

Fonte: Il Giornale

 

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