Negli ultimi giorni è stato scatenato un polverone mediatico intorno all’aggressione di due ragazzi nella stazione Valle Aurelia della metropolitana di Roma. Il motivo di tanto clamore risiederebbe nel fatto che i due ragazzi sono omosessuali e che quindi si tratterebbe di un aggressione “omofoba”, l’ennesimo caso che giustificherebbe la celere approvazione del ddl Zan contro l’omotransfobia.
Ma le cose stanno davvero così?
Come riportato da Fanpage, le forze dell’ordine hanno individuato l’aggressore, un uomo “conosciuto per i suoi comportamenti aggressivi e violenti: Christopher Jean Pierre Moreno e Alfredo Zenobio, infatti, non sarebbero i primi a essere stati picchiati dall'uomo, che spesso si aggira proprio nei pressi della stazione di Valle Aurelia”.
Questo dimostra che l'episodio è da ricondurre più all'indole disturbata della persona che non al movente discriminatorio. Perché dunque questi due ragazzi dovrebbero essere più tutelati (come vorrebbe il ddl Zan) delle altre persone - di cui nessuno aveva parlato - che erano state precedentemente aggredite da quest’uomo? Chiunque venga aggredito, per qualsivoglia ragione, ha già il diritto di difendersi legalmente e non si percepisce alcuna necessità di fare una legge ad hoc per dei casi che sono peraltro statisticamente rari.
Fonte: Fanpage