Un atleta maschio neozelandese parteciperà alle Olimpiadi nelle gare per donne. La polemica è scoppiata dopo che in Nuova Zelanda un trans sollevatore di pesi, Laurel Hubbard, che è nato maschio, ora potrebbe prender parte nella categoria di sollevamento pesi massimi alle gare femminili delle prossime Olimpiadi di Tokyo.
Nonostante i suoi 43 anni, considerati molti per lo sport del sollevamento persi, Hubbard ha vinto l'argento ai campionati mondiali del 2017, nella categoria maschile e ora si è qualificato per le Olimpiadi a rappresentare la squadra della Nuova Zelanda nella categoria femminile. In molti hanno espresso turbamento e rabbia alla notizia che le nuove regole internazionali avrebbero visto atleti transgender competere nelle competizioni femminili.
Il Comitato olimpico internazionale ha modificato le sue regole nel 2015 per consentire a qualsiasi atleta transgender di competere come una donna (senza bisogno di interventi chirurgici), purché i livelli di testosterone siano inferiori a 10 nanomoli per litro per almeno 12 mesi prima della loro prima competizione. Tuttavia, i critici dicono che la decisione di allora ignora la recente ricerca del 2020 che ha dimostrato che i maschi transgender mantengono vantaggi significativi in potenza e forza anche se prendono farmaci per sopprimere i livelli di testosterone.
Due anni fa, l'atleta transgender aveva già vinto ai Giochi del Pacifico del 2019 a Samoa nel sollevamento pesi donne, ma la vittoria aveva scatenato l'indignazione con il primo ministro samoano Tuilaepa Sailele Malielegao che si disse scioccato per l’accaduto.
Mentre in Nuova Zelanda devono ancora essere definite le squadre nazionali che parteciperanno alle Olimpiadi di Tokyo, la catena televisiva neozelandese NBC sport ha riferito che è "molto probabile" che Hubbard sia incluso nella rappresentativa del paese. Per le donne, non ci sarà gara. I trans atleti stanno dunque eliminando a tutti gli effetti le donne e il loro potenziale.