Una rivista scientifica americana ha appena pubblicato i risultati di una ricerca a dir poco raccapricciante che non può che inquietare chiunque abbia mantenuto un minimo di senso etico.
Come riportato dall’Ansa, questi embrioni chimera uomo-scimmia “sono il risultato della ricerca pubblicata sulla rivista Cell, guidata dall'istituto americano Salk e condotta in collaborazione con la Cina, e nella quale cellule staminali umane sono state trasferite in embrioni di scimmia. Nello numero della rivista, però, un editoriale esprime forti perplessità etiche sull'esperimento. Esprime dubbi anche il genetista Giuseppe Novelli, dell'Università di Roma Tor Vergata”.
“Nell'esperimento 25 cellule staminali umane sono state trasferite in embrioni di scimmia giunti al sesto giorno dello sviluppo. Erano cellule umane pluripotenti indotte, ossia cellule adulte fatte regredire nello sviluppo e in grado di integrarsi sia con i tessuti embrionali veri e propri, sia con i tessuti che aiutano l'embrione a svilupparsi. A distanza di un giorno le cellule umane si erano integrate in 132 embrioni e dopo dieci giorni erano 103 gli embrioni che continuavano a svilupparsi. Tuttavia dopo questo periodo gli embrioni hanno cominciato ad avere problemi e il loro numero si è ridotto, al punto che dopo 19 giorni solo tre chimere erano ancora vive. Per tutto questo periodo la percentuale di cellule umane negli embrioni è rimasta alta ed è cresciuta costantemente”.
La comunità scientifica ha fortunatamente palesato molte perplessità su questo esperimento, ricordando che “"introdurre cellule staminali embrionali umane nella blastocisti di un macaco è fortemente vietato da tutte le line guida di bioetica esistenti: le cellule chimeriche embrionali sono potenzialmente in grado di generare embrioni-chimera - e quindi feti - di cui non sappiamo nulla". Speriamo dunque che questo genere di ricerche venga interrotto prima che sia troppo tardi.
Fonte: Ansa