Continua purtroppo la persecuzione di quelli che non vogliono piegarsi ai diktat delle lobby transgender.
L’ultimo caso si è verificato negli Stati Uniti, a Brownsburg in Indiana, dove un insegnante di scuola superiore pubblica aveva iniziato ad indicare tutti gli studenti con il cognome per eludere la nuova policy scolastica che impone al personale di utilizzare i nomi e i pronomi preferiti degli studenti che si identificano transessuali.
L'insegnante alla fine si è dimesso sotto pressione e ha intentato una causa per discriminazione religiosa e per il fatto "di essere stato costretto a schierarsi su questo argomento molto controverso". Un tribunale distrettuale si è però recentemente pronunciato a favore del liceo.
Il signor Kluge ha accusato gli amministratori scolastici di aver violato il Titolo VII del “Civil Rights Act” del 1964 mediante discriminazione religiosa basata su ritorsioni e ambiente di lavoro ostile. Le sue accuse al Primo Emendamento riguardavano ritorsioni, discriminazione di contenuti e punti di vista, linguaggio forzato e violazioni dei suoi diritti al libero esercizio della religione.
Ha inoltre denunciato la violazione del Quattordicesimo Emendamento sui suoi diritti al giusto processo e alla pari protezione. Inoltre, ha affermato che gli amministratori scolastici hanno violato la legge statale dell'Indiana, infliggendo intenzionalmente disagio emotivo, frode e violando i diritti di coscienza e il libero esercizio della religione.
La corte ha però ritenuto che il comportamento degli amministratori scolastici fosse ragionevole e che il signor Kluge non avrebbe adempiuto al suo onere della prova per accuse di ambiente di lavoro ostile o danno emotivo.
Fonte: Feminist Legal Clinic