30/03/2021

FLASH – Vescovo Suetta (Ventimiglia): «Ddl Zan è inutile, i crimini sono già perseguiti»

Continua a tenere banco la questione relativa all’iter del ddl Zan che, dopo essere stato approvato alla Camera lo scorso novembre, arriva al Senato, dove proprio questo pomeriggio inizia la discussione in commissione. Hanno creato scandalo, all’interno del mondo Lgbt, le parole di Pillon della Lega e il netto rifiuto di tutto il partito – ma anche di molte componenti della società civile – nell’approvare una legge che sembra a tutti gli effetti inutile.

Tra questi anche il vescovo di Ventimiglia-Sanremo, monsignor Antonio Suetta – contattato al telefono da Pro Vita & Famiglia – ha voluto ribadire la sua contrarietà a questo ddl. Monsignor Suetta ha infatti confermato le posizioni della Cei che già in passato ha sottolineato come «non si riscontra alcun vuoto normativo ma nemmeno lacune che giustifichino l’urgenza di nuove disposizioni. Anzi, un’eventuale introduzione di ulteriori norme incriminatrici rischierebbe di aprire a derive liberticide».

Lo stesso Suetta ha poi rimandato alla lettura di un suo messaggio pubblicato lo scorso giugno proprio sul tema del ddl Zan sull’omotransfobia. «In riferimento alla proposta di legge –afferma Suetta - dall’esame delle relazioni emerge una duplice premessa che ne vorrebbe motivare l’urgente necessità di approvazione: da una parte il bisogno di colmare un vuoto normativo; dall’altra una emergenza sociale, cioè una significativa quantità di offese, anche gravi, tale da giustificare una risposta punitiva mirata. Al riguardo – sottolinea il vescovo di Ventimgilia-San Remo - illustri giuristi hanno ampiamente evidenziato come non ci sia alcuna lacuna normativa nel nostro ordinamento poiché già contiene tutta una articolata serie di norme in grado di tutelare da qualsiasi tipo di offesa alla persona (i delitti contro la vita, contro l’incolumità personale, contro l’onore, contro la personalità individuale, contro la libertà personale, contro la libertà morale)».

Monsignor Suetta ha poi citato i dati Oscad più volti messi in risalto da Pro Vita & Famiglia per quanto riguarda i crimini d’odio. Dati che, come ricorda Suetta, «rilevano la bassissima incidenza tanto che tra il 2010 e il 2018 le discriminazioni per ragioni di orientamento sessuale o di identità di genere sono sati 212, pari cioè a 26,5 segnalazioni all’anno».

«Pur nella convinzione che anche un solo gesto è degno di essere condannato e stigmatizzato – ha concluso il vescovo - mi pare tuttavia evidente che non emerga una situazione di emergenza sociale o di diffuso sentimento discriminatorio, tale da giustificare una legge speciale. E’ doveroso tutelare le persone vulnerabili in quanto persone, non  in quanto appartenenti ad un gruppo specifico».
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