11/02/2022 di Manuela Antonacci

Florida, disegno di legge vieta il gender nelle scuole primarie

La deriva ideologica in salsa arcobaleno, verso cui, da un po’ di tempo, si sta tentando di spingere anche il mondo della scuola, ogni tanto, fortunatamente subisce una battuta d’arresto.

È accaduto in Florida dove, martedì scorso, è stato approvato dalla Commissione per l'istruzione del Senato un disegno di legge che vieta le lezioni gender nelle scuole primarie. Un’iniziativa portata avanti dal governatore dello Stato, Ron De Santis, che alla stampa ha definito "del tutto inappropriato" che gli insegnanti trasmettano agli studenti convinzioni deviate ispirate all’ideologia gender.

A supporto delle proprie motivazioni ha poi snocciolato alcune frasi dette realmente da alcuni docenti come: "Non preoccuparti, puoi anche non scegliere ancora il tuo sesso”. Il governatore ha poi fatto notare che in alcuni istituti si sono verificati persino inviti a "nascondere" il contenuto di certe lezioni ai propri genitori.

Come ha sottolineato De Santis, “le scuole devono insegnare ai bambini a leggere e a scrivere. Devono insegnare nozioni di scienza, di storia. Abbiamo bisogno di più educazione civica e di uno studio più approfondito della Costituzione degli Stati Uniti, di ciò che rende unico il nostro Paese, di una serie di importanti informazioni di base”. Ma soprattutto, “i genitori devono sedersi ad un tavolo” per discutere con calma di quello che sta succedendo nelle loro scuole.

Non sono mancate le critiche di chi si è opposto e continua ad opporsi al disegno di legge, che sarebbe addirittura “dannoso” per la salute mentale dei bambini e degli studenti LGBTQ dello Stato. Tra questi la voce contraria più importante è senza dubbio quella dello stesso presidente Joe Biden, che in un suo tweet ha manifestato la sua posizione in modo inequivocabile. “Voglio che ogni membro della comunità LGBTQI+, in particolare i bambini che saranno colpiti da questo odioso disegno di legge – ha scritto - sappiano che sono amati e accettati per quello che sono. La mia amministrazione continuerà a lottare per la protezione e la difesa che meritano”.

Una posizione ribadita da un esponente della Casa Bianca che ha commentato così: “Non bisogna commettere un simile errore: non si tratta nemmeno di un'azione isolata. In tutto il paese stiamo vedendo leader repubblicani intraprendere azioni per regolamentare ciò che gli studenti possono o non possono leggere, ciò che possono o non possono imparare e, cosa più preoccupante, chi possono o non possono essere. Questo esempio di politica è il peggiore che possa esserci perché usa cinicamente i nostri studenti come pedine, in una guerra politica strategica".

A dirla tutta, forse è l’indottrinamento gender ad utilizzare le menti dei più piccoli, che in questo caso, al contrario, si sta cercando di difendere, per portare avanti un progetto “culturale” e politico di assoggettamento delle masse a concezioni dell’identità che non stanno né in cielo né in terra e che, al di là delle varie scuole di pensiero, non andrebbero trasmesse perché sono state ampiamente smentite dalla scienza.

Non si capisce, dunque, perché la questione dell’identità di genere, tanto discussa e controversa, dovrebbe rientrare tra le materie di studio, senza che ci sia nemmeno la possibilità per gli studenti più piccoli, e che dunque non possiedono nemmeno un filtro critico, di ascoltare una versione diversa da quella che viene loro instillata, dando per scontato che essa sia l’unica e sola, non solo possibile, ma persino pensabile.

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