«Un’inquietante e prolungata vicenda». Con queste parole, lo psichiatra Alessandro Meluzzi sintetizza il “metodo Forteto”, a ridosso della condanna definitiva a 14 anni e 10 mesi di carcere, inflitta a Rodolfo Fiesoli, fondatore e autoproclamato “profeta” della controversa comunità toscana. Il Forteto, aggiunge Meluzzi intervistato da Pro Vita & Famiglia, non sarebbe che la punta di un sistema molto articolato, che ha un’estensione nazionale e che vede in Bibbiano una delle sue più tragiche “variazioni sul tema”.
Professor Meluzzi, che cosa rappresenta il caso Forteto per il nostro Paese?
«La vicenda del Forteto è una delle più grandi vergogne della storia repubblicana. Il rischio è che col paravento del buonismo e della filosofia applicata di certo cattocomunismo alcuni delitti efferati di ogni natura non vengano percepiti come tali: violenze contro la persona, abusi sessuali, sopraffazioni mentali e ideologiche, brutalità, sfruttamento. Qualcosa che grida vendetta, al cospetto dell’uomo, al cospetto della civiltà del diritto e al cospetto di Dio. Chiunque abbia trascinato in questa vicenda, come effettivamente è avvenuto, elementi di fede, di umanesimo, di progressismo, ha compiuto un delitto multiplo: contro le persone e contro la Verità».
Per quale motivo, a suo avviso, si è arrivati così tardi sul caso?
«Si è arrivati tardi innanzitutto per mille motivi ideologici, politici, culturali. In questi ambienti c’è sempre stata una passerella di politici. Il Forteto è una delle più terribili punte di un iceberg che emerge di questo mondo. Di Forteto, comunque, ce ne sono mille altri, così come ci sono mille altre Bibbiano. Forteto e Bibbiano non sono dei casi secondo me ma dei metodi, che sono stati applicati in molti contesti e basterebbe scoperchiare la pentola (visto che il diavolo fa le pentole ma non i coperchi). È un fenomeno nazionale e internazionale. Ovunque si coniughino grandissimi ideali e “porci comodi”, là trovi abusi. Grandi ideali e falsa coscienza. Il metodo Forteto è basato su ideali abnormi e astratti e pratiche personali ripugnanti, come del resto avviene anche in molti ambienti ecclesiastici per carità».
Qual è, dunque, la matrice culturale comune di questi fenomeni?
«La sua cifra originaria e ideologica io la rintraccio in certo cattocomunismo, quando si dà spazio a un cristianesimo senza più Cristo e a un marxismo senza più classe operaia. Ne nasce un ircocervo mostruoso».
di Luca Marcolivio