«Il 31 ottobre durante la Festa messicana, Patrimonio dell’Umanità, #diadelosmuertos, si onorano i “mai nati”. Penso che sia davvero speciale! Non amo #halloween. Non capisco la sua utilità. Non amo contagiare i bambini con rituali macabri e spaventosi. […] la mia ambizione è la celebrazione più affine al festeggiamento #diadelosmuertos messicano. E siccome è una festa lunga e ogni giorno si ricordano i propri defunti e il 31, come ho scoperto, si ricordano i “mai nati” in Messico per me sarà sempre un petalo colorato che si ricongiunge con la sua stella. Mi sembra molto più bello, speciale e positivo per tutti noi».
A parlare è la giornalista Francesca Barra, moglie dell’attore Claudio Santamaria, che lo scorso maggio aveva comunicato la dolorosa notizia della perdita del suo bambino, esprimendo il suo tormento attraverso instagram.
E proprio su instagram è tornata a parlare dei bimbi non nati, in riferimento, appunto, alla celebre festa messicana “dia de los muertos” in cui si commemorano, tra il 28 ottobre e il 2 novembre, i defunti per tipo di morte ed età: per esempio il 28 ottobre alcune comunità celebrano i morti per incidente e suicidio, portando fiori e candele sul luogo dove la morte è avvenuta. Il 31 ottobre, invece è il giorno in cui si rende omaggio ai bambini, la cui anima si ritiene ascenda direttamente in cielo; i primi due giorni di novembre sono invece dedicati agli altri scomparsi.
Proprio riguardo il 31 ottobre, la giornalista, che comunque non condivide molte posizioni pro life, esprime, come si evince chiaramente da questa riflessione su instagram, parole di biasimo per una festa tetra come Halloween fatta di rituali macabri e spaventosi che spesso finiscono solo per spaventare i bambini, a cui contrappone, nella stessa data, la commemorazione tutta messicana dei defunti innocenti per antonomasia: i bambini.
E’ bello constatare come al di là di discutibili mode, nel migliore dei casi “consumistiche” e comunque di certo non vicine alla nostra sensibilità religiosa, c’è ancora chi fa memoria della cosa più importante di questa festa, un tempo ricordata come vigilia di Ognissanti: quella che il poeta Foscolo definiva la «corrispondenza di amorosi sensi» che lega le anime più innocenti, ai propri cari, unica grande consolazione e senso ultimo di lutti spesso difficili da rielaborare e di vite prematuramente falciate.
di Manuela Antonacci