Forse ogni lettore avrà sentito l’espressione “... secondo la diligenza del buon padre di famiglia” (bonus, prudens et diligens pater familias ). Già in epoca classica i Romani indicavano con questa espressione la diligenza media, ragionevole, di una persona responsabile non solo per sé, ma anche per le persone che vivono con lui.
Tutti gli ordinamenti giuridici che affondano le loro radici del diritto romano, in Europa e in mezzo mondo, quindi, hanno mantenuto questa espressione nel diritto civile. Per esempio nel nostro art.1176 C.C.: “Nell’adempiere all’obbligazione il debitore deve usare la diligenza del buon padre di famiglia”.
Ma certamente i Romani non erano politically correct. (E forse erano anche un po’ omofobi... ). E così l‘Ansa ci informa che in Francia si è compiuto un passo importante per la parità di genere, contro il sessismo, contro le discriminazioni retrograde e reazionarie che caratterizzano la nostra cultura retrograda infarcita di omofobia e di pregiudizi sulle “famiglie arcobaleno”.
Questa volta l’eterosessismo maschilista e omofobo da scardinare non è quello della Chiesa Cattolica, ma, un po’ più antico, quello del diritto romano.
Sicché nel diritto francese viene cancellato il “buon padre di famiglia” e sostituito da “persona ragionevole” (la quale – per inciso – per quanto “ragionevole” non sarà mai prudente e responsabile come un “buon padre di famiglia”)
Al di là della facile ironia a cui ci siamo abbandonati poco sopra, ci sembra di dover sottolineare come la “cultura della morte” imperversante, continui ad accanirsi – anche attraverso la semantica giuridica – contro la famiglia e contro la figura del “padre”: la destrutturazione antropologica continua. L'”uccisione del padre” , la ribellione all’autorità, hanno radici profonde, negli anni ’60 – e anche prima. Dovremmo vigilare e opporci in modo più deciso a questi “ammodernamenti” del linguaggio. Speriamo che, in questo caso, il popolo francese se ne accorga.
FRP