Un articolo di LifeSite mette in luce che anche le persone con tendenze omosessuali sono stufe di come, nei Gay Pride, viene sbandierato l'”orgoglio gay”.
Josh Dehaas, giornalista omosessuale dichiarato, in un suo articolo sul National Post, in occasione del Pride Month di Toronto, dice che non biasimerebbe il futuro premier del Canada designato, Doug Ford, se decidesse di non partecipare al Gay Pride. Lui stesso non vi partecipa più.
E inoltre, in Canada, si registra un crescente allontanamento da parte dei singoli nei confronti del Gay Pride. Lo dimostra il fatto che le vendite di bevande all’ultimo evento siano diminuite di quasi due terzi rispetto all’anno precedente, con un introito che dai 348.917$ del 2016 è precipitato ai 197.336$ del 2017.
I frequentatori abituali del Pride stanno iniziando, quindi, a boicottarlo. Il corteo, infatti, è sempre più politicizzato, tanto che viene imposta la non partecipazione a determinati gruppi; e all’interno della comunità LGBT – dice Dehaas – c’è chi usa il Gay Pride per meri interessi economici legati alla distribuzione gratuita di farmaci antiretrovirali: con grandi guadagni per chi li fabbrica e grande aumento di gonorrea resistente al farmaco nella comunità gay.
Senza contare che l’evento è comunque uno spettacolo pubblico, spesso indecoroso, che si svolge anche davanti ai bambini, che anzi “bisogna” portare alla sfilata...
Redazione