Ieri il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio Vincenzo Spadafora ha dichiarato su Facebook che prenderà parte al Gay Pride di Pompei, aggiungendo che lo farà «in rappresentanza del Governo».
Qui sotto il post di Spadafora sul Gay Pride odierno a Pompei.
Alla luce di questa dichiarazione di Spadafora sul Gay Pride di Pompei sorge una domanda: il Governo rompe la tregua sui temi etici? La dichiarazione, infatti, con l’aggiunta di «in rappresentanza del Governo», nonché dell’affermazione «ci sarò nello svolgimento del mio incarico» legittima questo interrogativo.
Pare infatti che un rappresentante del Governo ratifichi l’esibizionismo sessuale in nome di pseudo diritti, e promuova una agenda politica che conduce direttamente all’utero in affitto e alla negazione del diritto dei bambini a nascere e crescere con mamma e papà.
Ci auguriamo che la parte più sana del Governo smentisca presto questa linea e metta al centro dell’azione politica la difesa dei diritti dei bambini e la promozione della famiglia naturale.
Aggiornamento
Nel tardo pomeriggio il Ministro della famiglia Lorenzo Fontana ha pubblicato un post sul Gay Pride di Pompei, in risposta a quanto affermato da Spadafora. Scrive Fontana che «il sottosegretario Spadafora parla a titolo personale, e non a nome del Governo, né tantomeno della Lega». La famiglia è infatti una sola, prosegue quindi il ministro: quella naturale, sancita e tutelata dalla Costituzione italiana.
Redazione