A Panama l’ideologia gender ha subito, almeno per il momento, una pesante sconfitta.
Lo scorso 13 luglio 100mila persone, a prescindere dall’appartenenza politica e religiosa, hanno manifestato nella capitale del Paese contro il tentativo da parte del governo di imporre l’indottrinamento gender nelle scuole.
In Parlamento si stava infatti discutendo un progetto di legge (il n. 61), con annesse linee guida, sulla “educazione integrale della sessualità”, fortemente sponsorizzato dall’UNFPA, organismo delle Nazioni Unite celebre per le sue pressioni a favore di omosessualità, aborto e contraccezione (ne abbiamo parlato ad esempio qui, qui e qui).
Ebbene, secondo la Alianza Panameña por la Vida y la Familia, tra le promotrici, insieme a numerose altre sigle, della mobilitazione, la suddetta legge è intrisa di ideologia gender. Non è un caso poi che parli di diritto all’educazione integrale nella sessualità: si tratta di una terminologia usata da Planned Parenthood e abbiamo spiegato diverse volte qual è la visione del sesso della multinazionale dell’aborto (vedere ad esempio qui e qui)...
Le famiglie che hanno marciato hanno pertanto chiesto alle istituzioni di rispettare il diritto dei genitori a educare i figli in base ai propri valori e principi, specialmente in un ambito tanto delicato e complesso come quello dell’educazione sessuale.
È bene tener presente che il disegno di legge prevede anche il rispetto del cosiddetto diritto alla salute sessuale e riproduttiva della donna, vale a dire l’aborto.
Ma la bella notizia è che le famiglie hanno vinto. Infatti, il presidente dell’Assemblea Nazionale, Rubén de León Sánchez, ha annunciato che la legge n. 61 sarà nuovamente discussa ed esaminata dalla Commissione Sanità. Le proteste dell’opinione pubblica sono servite.
Se si dà battaglia, è possibile vincere o comunque mettere in difficoltà il nemico. Il coraggio e la determinazione degli amici panamensi servano anche a noi italiani, specie ora che il Miur, come abbiamo già scritto e denunciato, sta subdolamente imponendo l’ideologia gender a partire dal nuovo anno scolastico.
Redazione
Fonte: AciPrensa
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