In Perù la battaglia contro l’imposizione dell’ideologia gender non si ferma e anzi prende sempre più terreno.
Venerdì 17 febbraio migliaia di cittadini, raccolti attorno all’organizzazione “Con mis hijos no te metas“ (ovvero non toccare i miei figli, non metterti contro i miei figli), hanno manifestato a Lima, davanti alla sede del Congresso, per chiedere ancora una volta alle istituzioni di ritirare il decreto attraverso cui, a partire dall’imminente nuovo anno scolastico, si cercherà di manipolare le menti di bambini e ragazzi.
Sappiamo infatti che nei nuovi curricoli scolastici si dovrà prestare particolare attenzione ai concetti di “identità di genere” e “orientamento sessuale”. In pratica, si spalancheranno le porte all’indottrinamento gender e qualunque opposizione verrà bollata come intollerante.
Ebbene a tutto questo la maggioranza dei peruviani non ci sta. E così venerdì c’è stata la consegna al Parlamento di oltre un milione e mezzo di firme raccolte a difesa dei diritti alla libertà di espressione, di pensiero, di opinione, di coscienza e di religione, che il decreto viola, in spregio a quanto sancito dalla Costituzione.
A sostenere tale movimento popolare anche diversi parlamentari che hanno organizzato una conferenza stampa.
Purtroppo, nonostante la manifestazione fuori dal Congresso fosse assolutamente pacifica, le forze dell’ordine hanno iniziato a sparare lacrimogeni, incuranti della presenza di bambini, donne e anziani. Poi fortunatamente è tornata la calma, ma quanto accaduto la dice lunga su quanto liberali siano le istituzioni che si riempiono la bocca delle parole “tolleranza”, “libertà” e “amore”.
Abbiamo già parlato più volte dell’eroica resistenza delle famiglie e della società civile peruviana contro questa vera e propria imposizione dell’ideologia gender ad opera del governo, presieduto da quel Pedro Pablo Kuczynski che a parole si dice cattolico e ha persino scimmiottato una presunta consacrazione del Paese ai sacri Cuori di Gesù e Maria.
In questi ultimi mesi in tutto il Perù si sono tenute decine di manifestazioni, piccole e grandi, locali e nazionali, a difesa del prioritario diritto dei genitori a educare i propri figli in base ai loro principi e del diritto dei bambini a ricevere una formazione sana, non soggetta a ideologie perverse e anti-scientifiche.
Il 4 marzo è prevista un’imponente marcia nazionale. Chissà se il governo finalmente si deciderà ad ascoltare la voce del popolo...
Redazione
Fonte: AciPrensa
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