L’ultimo diktat degli ideologi del gender: gli insegnanti in Gran Bretagna, nelle principali scuole femminili, non devono più chiamare le alunne “bambine” o “ragazze” per non offendere coloro che hanno messo in discussione la propria identità di genere.
I presidi appartenenti alla Girls’ Schools Association sono responsabili affinché si evitino discriminazioni. Bisogna usare termini indeclinabili come “pupil” (alunno/a).
Si raccomanda di evitare l’epiteto ‘signorine’ e la creazione di gabinetti unisex.
Il diktat è motivato dal fatto che – dicono – l’uno per cento della popolazione è transgender e l’evitare di usare espressioni sessiste e discriminatorie – come per esempio “signorine” – aiuta coloro che soffrono di disforia di genere a non sentirsi dei mostri.
Le scuole inglesi sono molto solerti della propaganda gender. Il mese scorso, alcuni genitori sono stati invitati a aiutare i loro bambini di quattro anni scegliere il genere di appartenenza prima di iniziare la scuola primaria.
Il Brighton and Hove City Council nel modulo di iscrizione dei bambini chiede ai genitori qual è il genere preferito dai pargoli.
In una lettera inviata alle famiglie scrivono: “Ci rendiamo conto che non tutti i bambini e i giovani si identificano con il sesso che gli è stato assegnato al momento della nascita o che possono identificarsi in un genere diverso da quello maschile o femminile... Si prega di sostenere il bambino nella scelta del genere in cui di più si rispecchiano. Se hanno un’altra identità di genere si prega di lasciare il campo vuoto (nel modulo di iscrizione, dove l’opzione è M o F) e discuterne con la scuola di vostro figlio“.
La maggior parte dei genitori ha criticato queste prese di posizione delle istituzioni scolastiche.
Saranno tutti omofobi? (o – più correttamente – transfobi)?
Eppure nel Regno Unito i ragazzini rovinati con le terapie ormonali per inibire la pubertà sono in crescita esponenziale. Pure qualche esponente del mondo LGBT (di quelli che ancora ragionano con la testa) – come Rupert Everett – ha detto apertamente che procedere alla riassegnazione ormonale e chirurgica del sesso è un errore e una follia. Eppure coloro che ci sono passati e gli psichiatri seri mettono in guardia dal commettere certi errori che possono rivelarsi fatali.
Ma si sa: con l’ideologia non si ragiona. E il gender è un’ideologia particolarmente incapace di rapportarsi alla oggettiva, naturale, verità dei dati di fatto.
Redazione
Fonte: Dailymail.co.uk
DONA IL TUO IL 5×1000 A PROVITA! Compila il modulo 730, il CUD oppure il Modello Unico e nel riquadro “Sostegno delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale e delle associazioni di promozione sociale” indica il codice fiscale di ProVita: 94040860226. GRAZIE!