La nomina del nuovo Ministro dell’Istruzione, la senatrice Valeria Fedeli (scusate, ma a noi la parola “ministra” ci fa impressione), paladina dell’ideologia gender, ha suscitato molte critiche e perplessità.
Che la Fedeli sia dichiaratamente votata alla propaganda gender (omosessualismo e sessualizzazione precoce dei bambini) è un dato oggettivo. Basta leggere quello che lei stessa ha scritto e sottoscritto.
Innanzi tutto il disegno di legge 1680: “Introduzione dell’educazione di genere e della prospettiva di genere nelle attività e nei materiali didattici delle scuole del sistema nazionale di istruzione e nelle università”, che all’art. 5 recita: «A decorrere dall’anno scolastico 2015/2016, le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado adottano libri di testo e materiali didattici corredati dall’autodichiarazione delle case editrici che attestino il rispetto delle indicazioni contenute nel codice di autoregolamentazione ‘Pari opportunità nei libri di testo’ (POLITE)». Il tutto, ovviamente, al modico prezzo di 200mila euro a carico del bilancio dello Stato (dei contribuenti) e all’insaputa dei genitori.
E sul sito ufficiale del PD si spiegava: «Il ddl prevede che i piani dell’offerta formativa delle scuole adottino misure e contenuti di conoscenza ed educazione per eliminare stereotipi, pregiudizi, costumi, tradizioni e altre pratiche socio-culturali fondati sulla impropria “identità costretta” in ruoli già definiti delle persone in base al sesso di appartenenza». (Ora la pagina è stata rimossa. Che strana coincidenza...).
Tutti coloro che hanno partecipato fisicamente o moralmente ai recenti Family Day si sentono molto poco rappresentati da un tale Ministro. Qualcuno dice che una tale nomina è proprio un insulto nei confronti delle famiglie italiane.
Comunque non mancano i difensori della Signora Ministro. Anzitutto i giornaloni come Repubblica, che ancora lascia intendere che “il gender non esiste” e si tratta “solo” di evitare le discriminazioni delle persone LGBTQIA(...). E nella stessa pagina (leggetela finché anche questa non viene rimossa...) si riporta la difesa della Fedeli da parte di Arcigay e del Circolo Mario Mieli: «”Accogliamo con favore la nomina di Valeria Fedeli a ministro dell’Istruzione – dichiara Gabriele Piazzoni, segretario nazionale di Arcigay – confidiamo che questa novità porti un rinnovato impegno nelle azioni di contrasto al bullismo e alle discriminazioni nelle nostre scuole, una vera e propria emergenza che necessita di una visione sistematica e di lungo periodo”. Positivo il commento di Mario Colamarino, presidente del circolo Mario Mieli. “Gradita sorpresa – dice Colamarino – che darà senz’altro il suo significativo apporto nella lotta contro le discriminazioni”».
Mario Mieli (1952 – 1983, R.I.P.), per chi non lo sapesse, nel suo Elementi di Critica Omosessuale pubblicato nel 1977, scriveva: «Noi checche rivoluzionarie sappiamo vedere nel bambino l’essere umano potenzialmente libero. Noi, sì, possiamo amare i bambini. Possiamo desiderarli eroticamente rispondendo alla loro voglia di Eros, possiamo cogliere a viso e a braccia aperte la sensualità inebriante che profondono, possiamo fare l’amore con loro. Per questo la pederastia è tanto duramente condannata: essa rivolge messaggi amorosi al bambino che la società invece, tramite la famiglia, traumatizza, educastra, nega, calando sul suo erotismo la griglia edipica … [La pederastia, invece] è una freccia di libidine scagliata verso il feto» (capitolo I, 8). E nel nome della “non discriminazione” e del “love is love“, Mieli è anche stato un promotore di diverse parafilie [comportamenti sessuali molto “atipici”…] e di svariati tipi di perversione, come la coprofagia. «Mario Mieli si esibì più volte gustando merda e bevendo il proprio piscio pubblicamente come a fornire un supporto umano e pensante ai prodotti più nascosti e più inumani dell’uomo; come a farsi forte di quella merda con cui una società bigotta, borghese e clericale aveva tentato di coprirlo», spiega il Circolo che porta il suo nome.
Chi volesse approfondire può leggere qui: già da tempo si cerca di far salire in cattedra il Circolo Mario Mieli (e l’Arcigay) a “insegnare” educazione sessuale – in una “prospettiva gender”, ovviamente – ai nostri figli. E ancora oggi – a livello istituzionale – Mario Mieli viene celebrato pubblicamente.
Un Ministro dell’Istruzione non gradito alle famiglie italiane? Non importa: è sostenuta e plaudita dall’Arcigay e dal Circolo Mario Mieli.
Redazione
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