ProVita, con gli altri promotori del Family Day, continuano a tenere alta la guardia contro ogni tentativo di introdurre nella scuola l’ideologia gender.
Il Comitato Difendiamo i nostri figli è sceso ieri in piazza a Roma, davanti al Quirinale, e in altre 15 città italiane: Verona, Bergamo, Brescia, Parma, Salerno, Treviso, Genova, Vicenza, Pesaro, Gorgonzola, Perugia, Avellino, Milano, Massa e Novi Ligure.
È stato consegnato alla segreteria della Presidenza della Repubblica il dossier sui casi di gender delle scuole (le 18.000 firme della nostra petizione l’avevamo consegnate a suo tempo). È stato chiesto a Mattarella di interessarsi perché sia ufficializzato il consenso informato preventivo per affermare il diritto del primato educativo dei genitori e gli è stata recapitata una copia del manifesto educativo redatto dallo stesso Comitato, che ha anche chiesto di essere ricevuto dal Capo dello Stato per esprimergli le preoccupazioni delle famiglie italiane riguardo ai tentativi di introdurre la teoria gender nelle scuole.
Continuiamo a vigilare su quello che il Miur vorrà fare in merito alle linee guida della legge 107, la cosiddetta “Buona scuola” e su quello che succede in Parlamento a proposito dei disegni di legge sull’educazione affettiva nelle scuole di ogni ordine e grado.
Ribadiamo che lo Stato non deve entrare in una materia così delicata come l’educazione all’affettività che riguarda in primo luogo le famiglie.
Certamente diciamo NO a ogni forma di violenza, di bullismo, di ingiusta discriminazione delle minoranze, ma il mezzo per ottenere tutto questo non può e non deve essere l’ideologia gender.
Redazione