I nostri lettori sanno che la follia ideologica del gender sta portando alla libertà di ingresso – per legge – in bagni, spogliatoi e dormitori femminili anche ai “maschi che si sentono femmine”, di modo che i transgender non si sentano discriminati.
Come abbiamo già riportato, negli USA questa faccenda, che dovrebbe essere bollata come ridicola, sta avendo ripercussioni politiche e legali serissime.
In questo contesto, allora, dei piccoli fatti di cronaca che normalmente non meriterebbero alcuna risonanza assumono una portata del tutto particolare.
I molestatori sessuali, i guardoni, gli esibizionisti, infatti, di queste leggi “democratiche e antidiscriminatorie”, dettate dalla “gender correctness” approfittano con gran piacere.
A Bedford, nel New Hampshire, è stato arrestato un ventiduenne, con l’accusa di violazione della privacy, per aver filmato alcune ragazzine in uno spogliatoio di un negozio della catena “Target”, una di quelle che s’è adeguata – con altisonanti annunci a sottolineare la propria adesione al diktat delle lobby LFBTQIA(...) – alla legge anti discriminazione del gender nei camerini di prova.
Il fatto sarebbe accaduto il 22 giugno, secondo il dipartimento di polizia di Bedford. Ma è solo l’ultimo di una bella serie.
Per esempio, a febbraio, un uomo di Seattle si era denudato davanti alle bambine della scuola di nuoto, nello spogliatoio di una piscina, sostenendo che aveva diritto cambiarsi nel locale destinato alle donne, e che non doveva essere discriminato, nel quadro delle politiche transgender.
Anche uno stupratore, condannato per l’aggressione sessuale di una bambina di cinque anni, ha affermato di essere transgender, al fine di ottenere l’accesso a un rifugio per donne, dove ha di nuovo compiuto un’aggressione.
Il CEO della Target, intanto, ha difeso la politica “inclusiva” della società, nonostante più di 1 milione di persone in America abbiano sottoscritto una petizione dell’ American Family Association (AFA) che ha annunciato il boicottaggio della catena di negozi; intanto la legge del Nord Carolina (e il Governatore che l’ha promulgata) che sancisce la (sacrosanta) libertà di istituire WC e spogliatoi separati e riservati per maschi e per femmine viene attaccata quotidianamente dai media e da organi giudiziari ideologizzati e sottomessi all’ideologia gender delle lobby LGBTQIA(...).
Redazione
DONA IL TUO IL 5×1000 A PROVITA! Compila il modulo 730, il CUD oppure il Modello Unico e nel riquadro “Sostegno delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale e delle associazioni di promozione sociale” indica il codice fiscale di ProVita: 94040860226. GRAZIE!