L’ideologia gender e omosessualista viene propagandata non solo nelle scuole, ma anche nelle università: guardate qui, o qui, per esempio.
E quando qualcuno si oppone al lavaggio del cervello, viene “democraticamente” messo a tacere.
È perciò una decisione storica, quella della Corte Suprema del Wisconsin che ha dichiarato che l’Università Marquette (cattolica [!], gestita da Gesuiti) ha violato il diritto alla libertà di parola del professor John McAdams quando lo ha sospeso e poi licenziato per aver scritto sul suo blog personale in difesa del matrimonio e di una studentessa che era stata bullizzata da una docente (ne facemmo cenno qui, a suo tempo).
La Corte ha ordinato all’università di ripristinare immediatamente McAdams con il suo grado, le sue funzioni, le indennità e i benefici.
Il contenzioso era cominciato nel 2014 .
McAdams, sul suo blog, aveva preso le difese di una studentessa che era stata messa a tacere da una docente che l’aveva accusata di omofobia perché la ragazza voleva discutere in classe la questione del “matrimonio” gay. Con il solito piglio “democratico” che contraddistingue anche gli “educatori”, anche nelle università, la docente sosteneva che «l’atteggiamento omofobico» della ragazza «non poteva essere tollerato, in classe». L’ideologia non si discute. Mai. Per nessun motivo. E chi non si adegua viene immediatamente stigmatizzato, demonizzato, discriminato.
Mc Adams ha provato a chiedere alla collega spiegazioni (e la sua versione dei fatti), ma questa non gli ha mai risposto. Allora lui ha preso le difese della studentessa e l’università gli ha intimato di ritrattarle e di scusarsi con la docente in questione.
Il professore ha rifiutato ed è stato licenziato.
Allora ha fatto causa all’Università per aver violato il suo contratto di lavoro, la sua libertà accademica e sua la libertà di parola.
Alla fine, dopo il processo di primo grado e l’appello, la Corte Suprema ha fatto giustizia.
Redazione
Fonte: LifeSiteNews