Sul fronte gender continuano ad arrivare buone notizie dal Perù. Almeno per il momento.
Abbiamo già scritto che la Commissione affari costituzionali del Parlamento ha raccomandato di togliere dal decreto legislativo 1323, dedicato alla lotta al cosiddetto femminicidio, le parti in cui si fa riferimento all’identità di genere, perché possono diventare (l’obiettivo dell’esecutivo è proprio questo) un facile pretesto per punire chiunque si opponga all’ideologia gender.
Lo sorso 11 aprile la stessa Commissione è andata oltre, e ha chiesto al Parlamento di togliere altri riferimenti al “genere” presenti in altri tre decreti legislativi.
Uno è il n. 1267, che nel riformare le norme che regolano la Polizia nazionale, obbliga a prendere in considerazione anche la prospettiva di genere. E non si capisce bene per quale motivo, a parte l’ideologia Lgbt...
Il secondo è il decreto 1325. Si tratta di norme relative al sistema penitenziario e si raccomanda un’attenzione particolare ai detenuti per quanto riguarda l’identità di genere e l’orientamento sessuale. Pure qui, assistiamo a una sorta di discriminazione positiva, che eleva a casta di privilegiati color che sono o sostengono di essere appartenenti al mondo Lgbt.
Infine, il decreto 1348, con cui si introduce un Codice di responsabilità penale dell’adolescente e viene esplicitamente detto di tenere in considerazione (evidentemente per somministrare trattamenti diversi) il gender e i gusti sessuali di chi infrange la legge.
Ora toccherà al Congresso ascoltare le raccomandazioni. E pare che si possa ben sperare.
In Perù, bisogna riconoscerlo, la lotta contro l’ideologia gender finora è stata condotta magistralmente. Un milione di cittadini in piazza in tutto il Paese e un milione di firme raccolte contro i progetti nefasti del governo, e poi iniziative, manifesti, conferenze e l’intervento di persone ed esperti competenti sembra stiano portando i loro frutti. L’opera di sensibilizzazione dell’opinione pubblica è stata molto efficace.
Un esempio per noi europei, che guardiamo alle “periferie” solo quando ci fa comodo...
Redazione
Fonte InfoCatólica
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