16/02/2025 di Fabio Piemonte

Gender, censura e perfino arresti. Come la società occidentale perseguita i cristiani

Il Dipartimento di Giustizia americano avrà al suo interno una task force per sradicare negli Stati Uniti ogni «pregiudizio anticristiano». È quanto decretato dal presidente Donald Trump attraverso un recente ordine esecutivo che ne prevede l’istituzione. Il compito principale affidato al procuratore generale Pam Bondi a capo di tale unità operativa sarà individuare qualsiasi politica o pratica ‘anticristiana’, in particolare nelle prassi - governative e non - instaurare dalla precedente amministrazione proprio contro le opinioni e le prese di posizione di molti cristiani. Ma perché si è resa necessaria questa task force? I cristiani, nel mondo Occidentale, sono davvero perseguitati? E come?

Gender e censura: le persecuzioni moderne in Occidente

Certamente nel mondo Occidentale - dunque principalmente in Europa e America- i cristiani non sono vittime vittime di persecuzioni fisiche, torture, attentati e omicidi come accade purtroppo tragicamente in molti altri Paesi del mondo, tra i quali Corea del Nord, Somalia, Libia, Eritrea, Yemen, Nigeria, Pakistan, Cina, Arabia Saudita e tanti altri. D’altra parte, stando ai dati recenti diffusi dal World Watch List 2024 stilato da OpenDoors sono oltre 365 milioni i cristiani nel mondo che subiscono un livello alto di persecuzione per la loro fede. Si tratta dunque di un cristiano su sette; uno su cinque in Africa e due su cinque in Asia. Nel Vecchio Continente, però, i pregiudizi anticristiani assumano altre forme. Non mancano infatti discriminazioni e persecuzioni culturali anche pesanti nei confronti dei cristiani che difendono pubblicamente i valori che scaturiscono dalla loro fede, quali il diritto alla vita nel grembo materno e nella sua fase terminale, l’identità sessuale della persona, la libertà di pensiero, di opinione e la priorità dei genitori nell’educazione dei figli. Di qui si censurano e mettono a tacere i dissenzienti e quanti, sulla base del proprio credo ma anche della semplice ragione e del buon senso, considerano la realtà nella sua oggettività, al di là del mainstream e dell’ideologia woke. 

I casi più eclatanti contro i cristiani

Sono innumerevoli, in proposito, i casi eclatanti verificatisi negli ultimi anni. In Irlanda, per esempio, i volontari prolife non solo non possono sostare nelle “zone ad accesso sicuro” - quali le aree antistanti le porte di ingresso e uscita dalle cliniche abortiste entro una distanza compresa tra i 100 e i 250 metri - ma non possono per legge neanche più pregare liberamente fuori cliniche e ospedali per le madri intenzionate ad abortire perché siano distolte dal loro proposito. Nello stesso Paese è divenuto tristemente celebre il caso di Enoch Burke, docente di storia e di lingua tedesca, il quale ha pagato con l’arresto e la prigione il suo essersi rifiutato di usare il pronome femminile nei confronti di uno studente in fase di transizione di genere, anche in virtù del proprio credo cristiano evangelico. Insomma anche quando non si arriva all’arresto il pregiudizio anticristiano, e più in generale nello specifico soprattutto contro il «maschio, bianco, etero e cattolico» - volendo parafrasare il titolo di un bel saggio del nostro collega Giuliano Guzzo - le tesi di quanti contrastano il ‘politicamente corretto’ e difendono il diritto alla vita dal grembo materno alla morte naturale sono puntualmente screditate, ridicolizzate come retrograde e anacronistiche e ridotte alla gogna mediatica, come accade sui principali media e nei salotti televisivi, da quelli della BBC a quelli del nostro Paese.

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