Ecco un altro esempio di propaganda dell’ ideologia gender .
Questa volta ci provano con un cartone animato, tutto italiano, firmato Enzo D’Aló, prodotto da Stranemani e trasmesso inizialmente da Rai Tre e in seguito da Rai YoYo: “Pipì, Pupú e Rosmarina”.
Enzo D’Aló è un noto regista, ha realizzato tra l’ altro la serie tv “La Pimpa” e il film d’animazione “La gabbianella e il gatto “.
La società di produzione Stranemani ha prodotto varie serie tv tra cui “Tre gemelle e una strega” e “Winx club” e anche videoclip per alcune star italiane, tra cui Pelù e Zucchero (le serie tv sono discutibili e i due cantanti in questione non sono certo conosciuti come ferventi cristiani).
Ma veniamo al cartone animato: i tre protagonisti, Pipì, Pupú e Rosmarina, si incontrano durante il viaggio, che ognuno di loro ha intrapreso, alla ricerca del Mapá e decidono di affrontarlo insieme.
Pipì è un orsetto lavatore di tre anni e mezzo, Pupú è un uccellino ed è il più piccolo del gruppo e Rosmarina è una coniglietta di cinque anni ed essendo la più grande si prende cura dei più piccoli.
Il Mapá è un’ entità un po’ mamma e un po’ papà e durante la sua ricerca i cuccioli vivono numerose avventure e incontrano stravaganti personaggi, come elefanti, spaventapasseri, cactus e addirittura torrenti in piena.
Ciò che sconcerta è che ognuno di questi esseri possiede delle caratteristiche per essere identificato nel loro Mapá, ad esempio Pipì è attratto da chi ha i denti aguzzi, Pupú da ciò che vola (fosse anche un oggetto) e Rosmarina da chi ha le orecchie lunghe!
Non è la ricerca del proprio padre o della propria madre che li ha messi al mondo fisicamente e affettivamente, come ad esempio nel cartone di “Remí”, ma di un essere (persona, animale o cosa) che può avere una qualche affinità.
Questo cartone animato ha forse l’intento di sminuire il legame affettivo genitoriale, per cui chiunque può essere padre o madre di chiunque, e inculcare questa idea può essere un passaporto per normalizzare i figli di venditori di gameti anonimi, i figli “sintetici” – come sono stati efficacemente descritti da Dolce e Gabbana – per normalizzare pratiche abominevoli come l’utero in affitto?
Il personaggio del Mapá è destabilizzante, perché non è né maschio né femmina e i bambini non possono scorgere né la figura della propria madre, né quella del proprio padre e neanche immedesimarsi.
Infine, i vari esseri compongono famiglie variegate, composte da madri, padri, omo e eterosessuali che confondono sensibilmente la mente dei bimbi.
L’ associazione italiana telespettatori Aiart aveva già segnalato questo cartone animato come diseducativo e aveva chiesto alla Rai una maggior attenzione e un maggior rispetto per i bambini, ma evidentemente la Rai preferisce assecondare le lobby che probabilmente la finanziano, visto che la serie viene ancora trasmessa.
Veruska Manto