Ieri, 27 aprile, il referente locale di Pro Vita & Famiglia Onlus, Francesco Perboni, è intervenuto in senso al Consiglio comunale del Comune di Bologna nel corso di un’istruttoria pubblica sul tema della libertà educativa e dell’educazione gender nelle scuole. «Chiediamo al comune un duplice impegno - ha affermato Perboni - in primo luogo aiuti finanziari alle scuole paritarie che permettano a tutte le famiglie di esercitare il loro diritto alla libertà educativa nella scelta di quale scuola far frequentare ai loro figli, statale o paritaria. Attualmente questa libertà è appannaggio di pochi ed è un'ingiustizia sociale».
«Il secondo importantissimo punto - ha poi aggiunto - è la difesa della libertà educativa e della alleanza educativa scuola-famiglia dalle pericolose colonizzazioni ideologiche di cui parla chiaramente anche Papa Francesco. Queste colonizzazioni minano la libertà educativa innanzitutto perché le famiglie non sono adeguatamente informate di quanto viene insegnato ai loro figli, nel contesto di progetti che, in orario curricolare, portano ai ragazzi l'ideologia di genere, cioè che il genere è completamente scollegato dal sesso biologico. Ci scandalizza una maestra che ingenuamente fa pregare un'Ave Maria a scuola per il principio corretto di tenere il proselitismo fuori dai banchi, ma non ci scandalizza che il primato educativo delle famiglie venga continuamente violato su tutto il territorio nazionale quando viene insegnata la teoria di genere ai figli di famiglie ignare».
Perboni ha inoltre citato il Dossier gender presente sul sito di Pro Vita & Famiglia, costantemente aggiornato «con le segnalazioni delle famiglie che ci hanno contattato da tutta Italia. Chiediamo che nel Piano di Offerta Formativa scolastica vengano inseriti chiaramente non solo i titoli dei progetti di orario curricolare, ma anche i materiali che verranno utilizzati, gli scopi e i contenuti. Inoltre questi progetti sono sbagliati anche sul piano del contenuto, perché proporre ai bambini di scegliere se sono in un corpo sbagliato è una violazione della loro innocenza e una destabilizzazione psico-emotiva».
«Questi, inoltre - ha spiegato Perboni - sono i contenuti della nostra campagna di affissioni contro il gender nelle scuole di ottobre scorso, che il sindaco e Emily Clancy volevano censurare. Siamo felici - ha concluso - di non essere stati censurati, e invitiamo il comune al dibattito e al confronto su questi temi, perché abbiamo le idee chiare».
Di seguito l’intervento integrale di Francesco Perboni