Combattere contro il gender e contro la dittatura LGBT porta i suoi frutti e permette di conseguire la vittoria di qualche battaglia.
In Perù il mese scorso un milione e mezzo di cittadini sono scesi in piazza per contrastare il progetto governativo di imporre l’ideologia gender nelle scuole e la dittatura arcobaleno nel Paese.
A inizio anno infatti, il presidente Kuczynski ha promulgato un decreto legislativo contro la ‘discriminazione‘, in base al quale viene considerata come aggravante la violenza (non meglio precisata) perpetrata a motivo dell’identità di genere e dell’orientamento sessuale. In pratica, con la scusa della lotta al femminicidio, si è cercato di tappare la bocca a ogni possibile critica verso il totalitarismo omosessuale imperante. E infatti i difensori della vita e della famiglia hanno ribattezzato la norma “legge bavaglio“.
Ebbene, lo scorso 4 aprile la Commissione Costituzionale del Parlamento sembra aver ascoltato la protesta dei peruviani e ha raccomandato di cancellare alcune parti di questa legge, quelle relative proprio ai temi dell’identità di genere e all’orientamento sessuale. Intendiamoci, ora tocca ai parlamentari votare e decidere cosa fare. Il risultato finale è ancora incerto. Ma è innegabile il passo avanti fatto. La “legge bavaglio” è ora posta in discussione.
In discussione anche perché non se ne comprende l’utilità. Il Codice Penale del Perù infatti già punisce l’omicidio e la violenza. Per quale motivo uccidere un omosessuale dovrebbe essere più grave che ammazzare un eterosessuale? Perché la comunità LGBT dovrebbe avere un trattamento privilegiato? I cittadini non sono tutti uguali di fronte alla legge? E non sono tutti esseri umani, a prescindere dai gusti sessuali e dal gender in cui si potrebbero riconoscere? Ogni persona in quanto tale gode di diritti inalienabili che devono essere sempre rispettati, senza tenere in conto le emozioni, i sentimenti e gli affetti che ciascuno prova.
L’ideologia gender e arcobaleno, però, non ci sta. Come ne La fattoria degli animali di Orwell, anche le lobby LGBT vogliono che alcune categorie siano più uguali delle altre. Non solo. Vogliono impedire alla gente di pensare con la sua testa. Per questo non ammettono il minimo dissenso verso i dogmi arcobaleno.
Comunque, alzando la voce per opporsi alla follia gender, i peruviani hanno ottenuto un primo risultato positivo, segno che la militanza attiva, decisa e senza tentennamenti paga. Certo, per vincere la guerra ci vuole ancora molto, ma questo risultato fa ben sperare e infonde fiducia.
Redazione
Fonte: AciPrensa
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