L’ideologia gender non ha confini geografici: si espande da nord a sud, da est a ovest... apparentemente senza che nessuno possa farci niente.
L’ultimo punto in favore del mondo che ci vorrebbe tutti uguali e tutti proni agli ordini ‘di scuderia’ arriva dall’Australia dove il governo ha chiesto a tutte le amministrazioni statali di introdurre una nuova categoria gender nella parte della documentazione identificativa relativa al sesso del cittadino: agli appellativi consueti Mr (per gli uomini) e Mrs, Miss o Ms (per le donne, con quest’ultimo aggiunto negli anni Settanta) si è infatti deciso di aggiungere la categoria ‘neutra’ Mx.
La battaglia legale era cominciata nel 2014, quando la Corte suprema aveva ordinato all’anagrafe di scrivere “sesso non precisato” sui documenti di Norrie May Welby, un transgender che non aveva “completato” la transizione e non voleva essere considerato né maschio né femmina.
Ora, al vocabolario della pubblica amministrazione australiana si aggiunge una nuova parola, dopo che già il vocabolario inglese – l’Oxford English Dictionary – l’aveva acquisita.
E, la cosa è nota, attraverso il linguaggio si modifica il nostro modo di pensare, di concepire e di leggere la realtà (si veda qui e qui). Ed è proprio per questo che è tipico delle ideologie creare una propria ‘neolingua‘ per confondere il bene e il male, per plasmare le menti dei “sudditi”.
Ma, se una persona può scegliere di collocarsi nella categoria Mx (ossia ‘indeterminato’, ‘intersex’ o ‘non specificato’), significa che di fatto rinuncia a definire la propria identità. Quindi non sa chi è su base razionale (e non emozionale: “Cogito ergo sum“, non “Mi sento...“), quindi è vittima di tutto e di tutti: di quello che percepisce a livello sensoriale (o crede di percepire) e di quello che dice il mondo esterno.
Ed è proprio questo il vero fine dell’ideologia gender: annullare le persone per creare delle marionette. Individui che si muovono nel mondo obbedendo come automi, oramai incapaci di collocarsi e di esprimere un giudizio su quanto succede attorno a loro... dal momento che non sanno neanche chi sono!
In ogni caso, l’Australia di fatto si è semplicemente allineata al diktat gender oramai imperante, sulla scorta dell’esempio svedese (con il pronome neutro ‘hen’).
Quindi alle elezioni federali di inizio luglio i votanti e i candidati potranno definirsi secondo i tre generi (cosa che, peraltro, è d’attualità anche in Italia: a Roma Alessandro detto Alessia com’è dev’essere considerato, in relazione alla ‘doppia preferenza di genere’?). Ad agosto, in occasione del censimento quinquennale della popolazione, i cittadini australiani saranno chiamati a scegliere a quale categoria ‘iscriversi’.
“La personalità di questi tempi è la somma di ciò che fa colpo sugli stupidi“, avrebbe commentato lapidario Gòmez Davila leggendo questa notizia.
Teresa Moro
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