05/06/2017

Gender – Negare la diversità è discriminazione (4)

Un contributo a Notizie ProVita da parte del professor Tonino Cantelmi, a proposito di gender e discriminazioni ingiuste : quarta parte.

Qui la prima, la seconda e la terza.

Per educare al rispetto del genere di appartenenza degli altri, non si può non considerare e calpestare il sesso di appartenenza dei bambini.

In tal modo si perde molto della ricchezza e possibilità dell’educazione a favore di ideologie troppo sganciate dalla realtà. Non è proficuo ed utile per i ragazzi non considerare ciò che è biologicamente dato e ritengo che nel processo educativo sia necessario rimanere all’interno di una cornice di riferimento non teoricamente costruita, o idealmente imposta, ma biologicamente data, come per altro affermano nel già citato studio le due psicologhe americane, Maccoby e Jacklin: “Dal nostro punto di vista, le istituzioni sociali e le pratiche sociali non sono il mero riflesso di ciò che è biologicamente inevitabile. Nella cornice fissata dalla biologia si può realizzare tutta una gamma di possibili istituzioni sociali. Sta agli esseri umani selezionare quelle istituzioni che favoriscono gli stili di vita che preferiscono”. Se si vuole ristrutturare una casa per adattarla a nuove esigenze, a nuovi stili, i muri portanti vanno lasciati intatti. Anzi è proprio a partire dai muri portanti che si può pensare ad una ristrutturazione e abbellimento.  In altri termini non tener conto della differenza è a mio avviso la nuova forma di discriminazione, determinata da una furia egalitaria violenta e controproducente. La letteratura scientifica è ricchissima di studi sul cervello e sulle sue modalità di funzionamento correlate al biologismo dei sessi ed alle conseguenti differenze psicologiche. Viceversa la teoria del gender è una ideologia, che, seppur agganciata a visoni teoriche relative al costruttivismo sociale estremo, non ha supporti scientifici. Ecco dunque, come diceva Chesterton, che siamo giunti al punto di dover sguainare le spade per dimostrare che le foglie sono verdi in estate. Steven Pinker, celebre psicologo e divulgatore scientifico, nel libro per il quale ha vinto il premio Pulitzer, Tabula Rasa, si chiede come mai alcune frange del femminismo lottino strenuamente contro l’idea che uomini e donne siano differenti, che abbiano abilità differenti e quindi inclinazioni e propensioni specifiche. Certo, dietro questo accanimento contro la differenza tra maschi e femmine si nasconde il timore che “differente” corrisponda ad “ineguale” e quindi “ingiusto”. Molti studiosi sostengono che il femminismo di genere, nella sua lotta contro l’ineguaglianza, si sia messo in rotta di collisione con la scienza, perdendo di vista i criteri di una rigorosa e serena ricerca scientifica a favore di una fervente e ideologica battaglia. Eppure differente non corrisponde ad ineguale, anzi. Cogliere le caratteristiche proprie di qualsiasi realtà permette di relazionarsi con essa a partire dalle sue peculiarità, ed è, quindi, arricchente. Ecco perché ritengo che oggi negare la differenza, così come fa la teoria del gender, sia la più alta forma di intolleranza e di discriminazione.

Tonino Cantelmi

Fonte: Notizie ProVita,   febbraio 2015


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