L’UNESCO è nella lista delle agenzie delle Nazioni Unite che fanno propaganda all’ideologia gender e all’omosessualismo.
Una nuova pubblicazione, che si può scaricare qui, promuove l’inserimento di materiali LGBTQIA(...) nel programma scolastico di tutte le scuole pubbliche del mondo, per mezzo di un mandato dell’Assemblea generale dell’ONU mirato alla lotta contro il bullismo.
Nel maggio scorso, l’UNESCO ha lanciato “Out in the Open” (Fuori all’aria aperta) un’indagine sulle “risposte settore dell’istruzione alla violenza basata sull’orientamento sessuale e sll’identità di genere” (Education sector responses to violence based on sexual orientation and gender identity/expression). Chi ancora avesse dubbi su cosa è l’ideologia gender e sul perché è un’ideologia perniciosa per la salute e la serenità dei nostri ragazzi se lo legga.
Generosamente supportato dal governo dei Paesi Bassi, con un finanziamento di quasi 400.000 dollari (del resto il governo olandese su internet si auto proclama “campione dei diritti gay nel mondo”), il rapporto afferma che gli studenti LGBTQIA(...) subiscono maggiore violenza a scuola rispetto ai loro coetanei: quelli che “sono percepiti non conformi alle norme sessuali e di gender vigenti” sono più vulnerabili.
Lo studio utilizza i dati forniti unilateralmente da attivisti LGBTQIA(...), fondati su indagini anonime e on-line e non verificabili, quindi hanno un valore scientificamente e statisticamente risibile. Ma chiede che il personale della scuola fornisca ai bambini e ai ragazzi precise informazioni sull’orientamento sessuale e l’identità di gender, si realizzino progetti “educativi” e campagne in collaborazione con la “società civile”, che si riconoscano i diritti dei bambini e dei ragazzi LGBTQIA(...).
Si raccomanda che i programmi e i materiali didattici siano “inclusivi” e espliciti nei contenuti e nelle illustrazioni; si condanna ogni violenza omofobica e transfobica implicita (quindi le regole sessiste circa uniformi scolastiche o lunghezza dei capelli). Nelle 60 pagine del rapporto, non c’è alcun limite di età sotto il quale dovrebbe essere prematuro trattare tali questioni, quindi le norme sono destinate anche alla scuola materna e primaria, né ovviamente c’è menzione dei diritti dei genitori.
Insomma, la colonizzazione ideologica del gender, con i soliti risvolti omosessualisti e sessuocentrici, che ancora qualcuno dice che “non esiste”.
Tutto questo, come al solito, con la scusa del bullismo. Ma nelle suddette 60 pagine non c’è neanche una riga volta a prevenire o condannare la violenza e la discriminazione ingiusta nei confronti dei disabili, degli appartenenti a minoranze religiose, dei migranti, degli obesi, di quelli con gli occhiali, dei “secchioni” e dei “vergini” ... che sono bersaglio dei bulli molto più di gay e compagnia bella.
All’atto pratico, perciò, i genitori attenti alla salute e all’educazione serena dei loro figli, che già sanno che dall’ONU ormai non viene più niente di buono, vigilino in modo speciale quando a scuola sentono parlare di progetti, materiale, attività che hanno il patrocinio dell’UNESCO.
Redazione
Fonte: LifeSiteNews