«Nelle scuole con #NovarArcobaleno, per portare avanti i progetti legati alla Giornata della Memoria (con fulcro sull'#omocausto). Ringraziamo studenti, insegnanti ed istituti per darci queste belle opportunità, oltre che l3 nostr3 volontari3 per mettere in gioco se stess3 ed il proprio tempo».
E’ il post di AgedoNovara risalente allo scorso 4 febbraio, con tanto di foto con un giovane volontario insieme ad una collaboratrice, con cui si annuncia con toni trionfalistici una nuova iniziativa targata LGBT, ma senza specificare né quali siano le scuole coinvolte, né in quali zone si trovino.
Insomma mistero quasi assoluto, ed è uno stile che da un po’ di tempo sembra aver adottato il mondo arcobaleno nell’annunciare solo a “cose fatte”, o senza troppi dettagli, i progetti realizzati nelle scuole (senza, appunto, quasi mai specificare quali!).
La conferma che si tratta di un progetto realizzato in chissà quali scuole di Novara, arriva da un altro post sulla pagina di NovarArcobaleno, dove riprendendo la medesima foto pubblicata da Agedo si commenta:
“Scuole, scuole, scuole ed ancora scuole!"
«Il perdurare di tutto questo – si legge - sarà possibile solo se continueremo ad avere Volontari* desideros* di imparare ed istituti che apprezzino i progetti che portiamo. Siamo, quindi, tutt* coinvolt* per garantire una migliore educazione alle differenze ed il contrasto alle discriminazioni. Non esitate a scriverci per proporvi e proporre!».
La propaganda, dunque, è chiara. Meno i dettagli di cosa si è detto durante gli incontri. E, a questo punto, sorge la solita domanda: ovvero se è tutto regolare, se i genitori vengono debitamente informati e sono tutti d’accordo, se prestano o meno il loro consenso. E, soprattutto, a meno che non siano tutti, ma proprio tutti d’accordo, perché non trapela mai nulla? Perché nessuno mai protesta?