“Genitore1” e “genitore2” sbarcano anche su ClasseViva, una sorta di software di registro elettronico rivolto a docenti e genitori, del Gruppo Spaggiari Parma.
Le istruzioni sono contenute in un video in cui vengono elencate tutte le funzionalità del registro elettronico. Si comincia spiegando i vari passaggi per l’accesso alla piattaforma e le sue funzionalità, ma la “chicca” arriva subito dopo, quando in un video di presentazione si afferma che: «in alternativa alla consegna delle credenziali, la scuola può inviare un’e mail al vostro indirizzo di posta elettronica, in cui vi mette nelle condizioni di personalizzare la password in autonomia, solo alla fine di questa procedura, il sistema vi rilascerà il vostro codice utente che, contemporaneamente, vi sarà recapitato anche al vostro indirizzo di posta elettronica. Il codice utente può essere di 3 tipi: da studente oppure da genitore1 e da genitore2».
Insomma, la neolingua, con cui si vuole negare e stravolgere a realtà, persino quella biologica, piegandola ai propri dogmi, penetra ormai davvero dappertutto e soprattutto in modo naturale e quasi silente.
Con la scusa dell’inclusione e con estrema nonchalance, come in questo caso, si vuole arrivare ad eliminare dalla mente della gente le due figure genitoriali da cui da sempre ha avuto e avrà origine la vita. E in effetti, l’inclusività non c’entra nulla e in questo come in tanti altri casi simili, non si capisce in che modo, infatti, le parole “mamma” e “papà” potrebbero urtare in qualche modo il mondo LGBT. La verità è che si tratta di una guerra culturale che, attraverso il linguaggio, vuole imporre una nuova visione antropologica in cui esistono solo corpi neutri e sganciati da ogni concezione della sessualità che non sia basata unicamente sul piacere sfrenato e l’uso consumistico dei corpi.