«L’aborto è uno dei principali drammi del nostro tempo. Ogni anno nel mondo, milioni di bambini innocenti vengono uccisi nel grembo delle loro madri. Troppo spesso le donne abortiscono ignorando la gravità della loro azione perché impaurite, vulnerabili, sole e, soprattutto, perché condizionate da una narrazione ideologica con la quale vengono convinte a pensare che “con l’aborto non si elimina tuo figlio ma solo un grumo di cellule”. Nell’ottica di dare dignità e umanità al concepito si inserisce la 2a Giornata Mondiale contro l’Aborto, che si celebra oggi, e soprattutto la recente proposta “Un cuore che batte”, di cui Pro Vita & Famiglia è promotrice insieme ad altre realtà associative, che mira a introdurre un comma 1-bis all’art. 14 della legge 194/1978, che comunque rimane iniqua. Si tratta di una importantissima proposta che si ispira alle "leggi sul battito cardiaco fetale", già adottate in alcuni Paesi, e ha l'obiettivo di far ascoltare il battito cardiaco alle madri e mostrare attraverso esami strumentali la vita in sviluppo nel loro grembo. I Paesi in cui è stata approvata una legge simile (Ungheria e alcuni Stati degli USA) hanno appurato un impatto significativo sulla consapevolezza di migliaia di donne che, invece di abortire il proprio bambino, hanno deciso liberamente di farlo nascere». Così Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia onlus.