L’ennesimo caso di “maschio partoriente” arriva dalla Gran Bretagna. Il personaggio coinvolto si chiama Freddy McConnell ed è nato donna. Ha cambiato sesso dieci anni fa ma ha deliberatamente conservato l’utero per mantenere la capacità gestazionale. Fin qui la vicenda non rappresenta una grande novità. Se non fosse che McConnell ha chiesto di essere registrato anagraficamente come padre e non come madre del bambino da lui partorito.
Oltretutto il transgender è un padre/madre single, essendosi sottoposto a fecondazione artificiale con lo sperma di un donatore sconosciuto. La vicenda è assurta all’onore delle cronache allorché McConnell, esperto digitale per il quotidiano The Guardian, ha realizzato un docufilm autobiografico in cui racconta la sua vicenda. Il documentario, intitolato Seahorse, è stato presentato al Festival di Tribeca, a New York.
Di Freddy McConnell non è nota l’età (dovrebbe avere poco più di trent’anni) e nemmeno il suo nome di quand’era donna. È noto, però, che ha deciso di cambiare sesso a 25 anni, iniziando la cura al testosterone e facendosi rimuovere i seni. Oggi il suo aspetto è prettamente maschile, al punto che, guardandolo, nessuno probabilmente immaginerebbe la sua incredibile storia.
Secondo quanto raccontato dal Daily Mail, appena dieci giorni dopo il cambio di sesso per la legge, Freddy ha potuto usufruire della donazione di sperma per rimanere gravido. All’ufficio anagrafico, tuttavia, l’impiegato preposto si è rifiutato di registrarlo come “padre”, facendo leva su una legge britannica del 1836, mai abrogata, secondo la quale, ad ogni bambino appena nato va associato il nome della madre che l’ha partorito: un principio che richiama il diritto romano, per il quale «mater semper certa, pater numquam».
McConnell ha dunque impugnato la decisione burocratica nei confronti suoi e di suo figlio, intraprendendo una battaglia legale. Se vincerà la causa, suo figlio diventerà il primo bambino britannico a non aver mai avuto una madre, nemmeno per la legge.
Luca Marcolivio