Come sappiamo, la gravidanza è un tempo bellissimo, ma non privo di preoccupazioni. Sin dai primi mesi, le donne iniziano ad avvertire sintomi e si chiedono se il bambino stia bene o meno. E capita a tante di recarsi varie volte in ospedali o cliniche, giustamente, per sincerarsi della salute del proprio piccolo.
Questo comporta spesso il dover prendere ferie, affrontare più spostamenti e moltiplicare le spese: tutte cose che per un figlio si dovrebbe essere disposti a fare, ma che non sono sempre così semplici. Veniamo, però, a conoscenza di uno strumento che potrebbe dare una mano alle mamme in gravidanza a prendersi cura della salute del piccolo che portano in grembo più facilmente, senza dover, cioè, raggiungere ogni volta strutture sanitarie.
Si tratta, come leggiamo su National Right to Life News, di un dispositivo della PulseNmore LTD, «testato con successo negli Stati Uniti», in grado di consentire alle donne di verificare la salute dei propri figli semplicemente collegandosi ad uno smartphone, che, appoggiato al loro ventre, mostrerà loro le immagini dei piccoli come in una ecografia. Le immagini potranno, così, essere inviate al proprio medico, per una consulenza.
Ribadiamo sempre, dunque, l’importanza fondamentale del contatto umano tra medico e paziente, componente insostituibile della cura, ma, per piccoli dubbi, questo può risultare certamente un utile strumento a sostegno delle mamme.
Esso è anche lo strumento della verità, quella verità che gli abortisti vogliono camuffare e che tante volte, anche se richiesta, si rifiutano di mostrare alle donne indecise sull’aborto. Si potrà vedere il battito cardiaco del piccolo già a 16 giorni dal concepimento, quando alcune donne potrebbero ancora non sapere d’essere diventate madri.
Insomma, è una buona occasione per prendere sempre più confidenza con la vita intrauterina, che la stessa scienza riconosce come vita umana.