L’avvocatessa Bernardini De Pace, su un numero de La Stampa di qualche giorno fa, ha sputato fuoco e fiamme sulla facoltà di Psicologia dell'Università Europea di Roma e sulla nota e stimata professoressa di filosofia morale, Claudia Navarini, per aver consigliato il Manuale di Bioetica del cardinale Sgreccia. Adottato da 32 anni in decine di università anche “laiche”, sui temi come il matrimonio, l'aborto, la sessualità e l'omosessualità il Manuale rispecchia fedelmente la dottrina della Chiesa. Invece, in nome della laicità la Bernardini pretende la censura integrale e totale di certe verità, anche da parte di un’Università che si dichiara apertamente cristiana (ed è frequentata da chi la sceglie liberamente).
Il pensiero unico politicamente corretto, infatti, mette sotto processo non solo un’illustre docente - finita ingiustamente nel tritacarne mediatico su cui è rimbalzato l’articolo de La Stampa - ma tutta l’antropologia naturale cristiana che in quel testo è mirabilmente illustrata e che sintetizza, insieme con l’etica, solidi dati scientifici.
È vietato quindi - per esempio - sostenere che l’aborto è un male, o che un figlio cresce meglio in un contesto familiare stabile, con una madre e un padre: è vietato in ambito accademico, così come sarà vietato in tutti gli ambiti, quando dovesse essere approvata anche al Senato la proposta di legge Zan contro l’ “omotransfobia”.
Secondo la Bernardini De Pace non è «corretto formare giovani psicologi rivestendoli di una educazione vetero-cattolica, paternalistica e, oserei dire, dittatoriale». Con il solito, menzognero, rovesciamento di ogni logica, chi accusa gli insegnamenti della Chiesa d’essere dittatoriali vuole in realtà abolire la libertà religiosa, la libertà di educazione, la libertà di insegnamento e la libertà di manifestazione del pensiero, insieme agli articoli della Costituzione che le tutelano. Del resto, sono gli stessi che per decenni hanno studiato senza obiettare su libri di storia improntati all’ideologia massonica e al marxismo, che - tanto per fare un esempio - hanno sempre dimenticato la strage operata dalla Rivoluzione francese in Vandea, hanno glissato sul fatto che all’inizio della Seconda Guerra Mondiale la Polonia è stata aggredita anche da Stalin; hanno sempre dimenticato che c'era il Gulag e tutt’oggi ignorano del tutto l’esistenza dei Laogai cinesi.
Giustamente Roberto Marchesini su La Nuova Bussola Quotidiana, sostiene che il laicismo vuol chiudere ogni possibilità di dialogo con i cattolici e vuole che essi tornino nelle catacombe, promuovendo i noti dogmi indiscutibili cari all’ideologia abortista e all’ideologia gender e omosessualista. Chi vi si oppone deve finire alla gogna (o in prigione, quando passasse la proposta di legge Zan).
Oltre Marchesini, nei giorni scorsi, molti bioeticisti, filosofi, giuristi e psicologi, hanno espresso in modo diffuso e approfondito le considerazioni esposte fin qui. C’è però un punto sul quale non si è insistito abbastanza.
L'atteggiamento di quelli come la Bernardini De Pace è certamente ipocrita e illiberale. Ma fondamentalmente è improntato alla più cieca ideologia. Cieca, perché non vede più la realtà, la libertà della persona umana. È un atteggiamento che chiude le porte non solo al dialogo con i cattolici, ma anche alla ragione e alla natura che per certi versi le stesse ideologie dicono di idolatrare.
Pochi riflettono sul fatto che la dottrina cristiana presuppone integralmente quella legge naturale, retta dalla ragione naturale, universale, assoluta, che prescinde dalla fede, da qualsiasi fede, e che è metro necessario, imprescindibile, per definre ciò che è giusto o sbagliato, ciò che è bene o male.
Per esempio, «la vita umana è anzitutto un valore naturale, razionalmente conosciuto da tutti coloro che fanno uso della ragione (...) In effetti, nel dibattito sull’aborto, si è rischiato di pensare che si trattasse di un problema di fede o non fede, mentre la vita umana è tale per tutti gli uomini e l’obbligo di rispettarla è dovere dell’uomo in quanto uomo, non soltanto in quanto credente», dice il Manuale di Sgreccia (pp.54-55).
E a p. 51: «Le finalità della Bioetica consistono nell’analisi razionale dei problemi morali legati alla biomedicina e della loro connessione con gli ambiti del diritto e delle scienze umane. Esse implicano l’elaborazione di linee etiche fondate sui valori della persona e sui diritti dell’uomo, rispettose di tutte le confessioni religiose, con fondazione razionale e metodologica scientificamente adeguata».
Quelli che si lasciano accecare dall’ideologia non si rendono conto che offendono la ragione e la natura, negano alla radice la realtà e la verità e perciò sono destinati a vivere e a pensare da schiavi di chi è in grado - attraverso i media e la politica, e senza contraddittorio - di dettare i dogmi in cui tutti devono credere, funzionali a mantenere saldo il potere.
Gli studenti, perciò, ringrazino la professoressa Navarini e tutti quei docenti che - con strumenti "laici e razionali" come il Manuale di Sgreccia - ancora hanno il coraggio di svolgere il loro ruolo educativo formando davvero lo spirito critico dei discenti, che non può prescindere dalla continua ricerca della verità per formare esseri davvero umani, cioè persone libere.