L’amministrazione Trump ha ribadito che gli Usa lasceranno il Consiglio dei diritti umani dell’Onu (UNHRC).
L’ambasciatrice Nikki Haley ha rilevato che il consesso Onu, composto da 47 membri delegati da altrettanti Stati, è «un protettore di chi viola i diritti umani fondamentali e un pozzo nero di pregiudizi politici».
La Haley aveva minacciato il ritiro della delegazione Usa l’anno scorso e la decisione è maturata dopo un anno in cui «non abbiamo visto alcun progresso».
L’ambasciatrice Usa sottolinea che l’impegno del suo Paese in materia di diritti umani non diminuisce e non muta, anzi. «Facciamo questo passo perché il nostro impegno non ci consente di rimanere parte di un’organizzazione ipocrita e autoreferenziale che si fa beffe dei diritti umani».
Il comitato per i diritti umani dell’ONU ha in effetti una lunga storia di negazione del primo di tutti i diritti umani, il diritto alla vita dei bambini prima della nascita.
Da anni cerca di far annoverare il “diritto” all’aborto tra i diritti fondamentali (finora l’Assemblea Generale ha respinto le sue risoluzioni), ha sempre stigmatizzato e condannato i Paesi come l’Irlanda che nel proprio ordinamento giuridico prevedevano la protezione della vita nascente; ha anche bacchettato l’Italia perché garantisce l’obiezione di coscienza dei medici (quando è dimostrato che essa non impedisce alle donne l’accesso all’aborto, si veda l’ultima Relazione ministeriale, a p. 51).
Gli Stati Uniti hanno chiesto inutilmente al Consiglio di espellere Stati che sistematicamente calpestano i diritti umani, come Venezuela, Cina e Arabia Saudita: evidentemente i diritti umani dei Cinesi per l’Onu non sono diritti umani. O forse i Cinesi non sono esseri umani?
Conclude la delegata Usa: «Non è nostro obbligo allinearci con un organismo internazionale che pretende di difendere i diritti umani, ma che sceglie gli umani che meritano questi diritti».
Redazione
Fonte: LifeNews