«La libertà di pensiero, di coscienza e di religione, è uno dei fondamenti di una società
democratica». La solenne affermazione della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo deve essere ricordata in questi momenti nei quali il diritto all’obiezione di coscienza dei sanitari alle pratiche abortive è messo in discussione oppure decisamente negato, in Italia e in Europa. I Giuristi per la Vita sono già intervenuti a difesa del diritto all’obiezione di coscienza all’aborto, rappresentando cinque associazioni davanti al Comitato Europeo dei Diritti Sociali del Consiglio d’Europa per opporsi al Reclamo della CGIL che sosteneva che l’alto numero di medici obiettori
impedisse un efficiente servizio e determinasse condizioni di lavoro troppo gravose per i non obiettori: la memoria dei Giuristi per la Vita ha dimostrato l’assoluta infondatezza delle tesi del sindacato e – dati ministeriali e scientifici alla mano – l’irrilevanza del numero degli obiettori sul “servizio IVG”, purtroppo assai efficiente in Italia.
Ciò che ora viene pesantemente aggredito è il diritto all’obiezione di coscienza dei medici e dei farmacisti alla prescrizione e alla distribuzione delle “pillole dei giorni dopo”. Con una forzatura giuridica e scientifica, questi preparati sono stati classificati come “contraccettivi”, quando gli studi onesti e approfonditi hanno dimostrato che essi – oltre ad essere anche rischiosi per la salute della donna – possono avere l’effetto di impedire l’annidamento del concepito, determinandone la morte. A suo tempo, ciò fu reso possibile utilizzando l’ambigua espressione «interruzione volontaria della gravidanza» utilizzata dalla legge sull’aborto, che permise di ritenere che l’azione antiannidamento non integrasse la pratica oggetto della legge 194. Oggi è stato compiuto un passo ulteriore: sulla Gazzetta Ufficiale del 4 febbraio è stata pubblicata la revisione del foglietto illustrativo del Norlevo, cancellando l’azione di possibile impedimento dell’impianto dell’embrione. Ora, secondo quel foglietto revisionato dall’AIFA, il Norlevo si limiterebbe a “inibire o ritardare l’ovulazione”. Occorre affermare con forza che il provvedimento si basa su dati scientifici accuratamente selezionati per nascondere quella parte di azione del preparato che, poiché non sempre riesce ad impedire il concepimento, provvede ad uccidere gli embrioni; non solo: come dimostra la dichiarazione di Emilio Arisi, Presidente della Società Medica Italiana per la Contraccezione, questa opera di falsificazione scientifica è stata messa in atto specificamente per colpire gli obiettori. Il dr. Arisi, per niente interessato alle sollecitazioni della coscienza dei suoi colleghi, si è rallegrato perché sarebbe caduto «definitivamente l’appiglio che consentiva ai medici obiettori di coscienza di negare la somministrazione della contraccezione di emergenza»; scrupolo che il dr. Arisi considera «un atteggiamento inaccettabile».
«La sfida dello stato democratico è di mantenere la tensione verso i suoi valori fondamentali nel rispetto del principio di legalità»: così il Comitato Nazionale di Bioetica concludeva il documento del 12/7/2012 sull’obiezione di coscienza, ampiamente valorizzata e sostenuta. Si sceglie, invece, la strada della verità ufficiale – affermata con la forza delle leggi e dei provvedimenti amministrativi e che, sebbene falsa, non può essere messa in discussione – e
con la spinta repressiva verso professionisti sanitari, come i medici e i farmacisti, non solo preparati e aggiornati, non solo attenti al rispetto dei valori espressi dai Codici deontologici, ma anche ubbidienti alla coscienza e non disposti a chiudere gli occhi sulla realtà. I Giuristi per la Vita saranno accanto a loro.
IL PRESIDENTE
Avv. Gianfranco Amato