27/01/2023 di Stefano Martinolli

I quattro passaggi dell’indottrinamento gender da cui difendersi

Venerdì 20 gennaio 2023 si è svolta a Trieste la conferenza di presentazione dell’ultimo libro di Simone Pillon, già senatore – nella scorsa Legislatura – per la Lega, dal titolo “Manuale di resistenza al pensiero unico. Dal Gender a Transumanesimo”.

L’incontro è stato promosso dall’Associazione Pro Vita & Famiglia Onlus, dall’assoviazione Marco Martinolli-Un cavaliere antico APS e dal Comitato Articolo 26. L’autore ha esordito affermando che in Italia esiste già una giurisprudenza sufficientemente severa nei confronti dei reati di violenza contro le persone omosessuali e che pertanto non giustifica una legge ad hoc, come era stato proposto dal Ddl Zan. In realtà, afferma Pillon, i vari tentativi di approvare una legge su questo argomento fanno parte di una strategia organizzata secondo quattro step.

STOP GENDER - FIRMA QUI!

Il primo è l’omofobia: chiunque non sia d’accordo con la strategia LGBT - ovvero il riconoscimento dell’identità di genere - deve essere denunciato come omofobo, deve essere spogliato della sua dignità personale e civile, deve essere additato come violento e, se possibile, perseguito legalmente. L’opinione così diventa reato e l’imporre un’ideologia con la forza della Legge è un argomento molto potente, perché la Legge ha in sé una carica educativa, crea cultura.

Il secondo step è il matrimonio gay: è indispensabile a questa strategia perché, una volta tacitata l’opposizione al pensiero unico, bisogna comunicare l’idea che tutto è famiglia. Quindi se tutto è famiglia, automaticamente nulla più è famiglia. Ad esempio, nella regione Umbria è stato previsto il concetto di «famiglia unipersonale», cioè costituito da una sola persona. Il problema però è che la famiglia presuppone, per forza di cose, la relazione, non realizzabile dalla persona su se stessa. Si promuove così il matrimonio per tutti, fra due uomini, fra due donne e, perché no, fra tre uomini. Si cancella così l’identità della famiglia senza dirlo. Strategicamente non si abolisce la famiglia cosiddetta «tradizionale», ma si affiancano ad essa altre forme di unioni definite famiglia: arcobaleno, ricostruita, unipersonale, del poliamore. La famiglia è però un dato di fatto naturale (prevista anche dall’art. 29 della Costituzione) dove esistono un uomo e una donna che si scelgono. Quindi tutto il resto è artificiale e, proprio per il desiderio di proteggere la natura, è necessario salvare «l’ecologia della famiglia». Siamo 8 miliardi di abitanti sulla terra e il 100% sono nati da un maschio e da una femmina. Tutti pertanto hanno un padre e una madre.

La conferenza di Pillon a Trieste

Il terzo step è l’adozione gay o «omogenitorialità». Si tratta di un passaggio devastante perché, non essendo possibile naturalmente avere un figlio da due uomini o da due donne, si deve ricorrere artificialmente a gameti esterni. Si entra in un business spaventoso, dove i gameti vengono scelti in base alle caratteristiche del donatore (colore degli occhi o dei capelli, conformazione fisica, ecc.), in base alle legge della domanda e dell’offerta. Il papà attualmente è stato sostituito da una scatola di polistirolo che viene recapitata all’aspirante mamma che si rivolge ad un centro di fecondazione e si insemina da sé. Il bambino che cresce in questa maniera non è in grado di costruire alcuna immagine del papà e non ha alcuna idea di questa figura. Ancora peggio è la pratica dell’utero in affitto, dove la donna viene scelta con criteri di tipo commerciale. Quindi lo scopo finale è eliminare il papà e la mamma, dove la genitorialità diventa un atto puramente medico ed economico.

Il quarto step è l’indottrinamento gender nelle scuole. Si comunica alle nuove generazioni che quella è la modalità standard per crescere e vivere, in un mondo dove non c’è più maschile né femminile. Pillon spiega poi il pensiero di alcuni teorici del gender. Fra questi, Judith Butler che sostiene che il sesso non è per forza binario e che il genere non deve essere per forza costruito su base sessuata. Viene separata la psiche dal corpo e, anziché favorire il dato fisico, si fa prevalere quello psicologico. L’essere maschio o femmina diventa così una scelta, un «sentire», a prescindere dal proprio corpo. E’ una performance, cioè una recita, così il genere può essere cambiato anche all’interno di una stessa giornata («queer»). I generi sono infiniti perché ciascuno sceglie il genere che preferisce.

Pillon durante l'incontro di Trieste

Si tratta quindi di teorie che vogliono cambiare la testa dei giovani, dei figli dei nipoti, in un momento di crisi adolescenziale. Si costruiscono così persone senza identità a cui si può far fare ciò che si vuole. Quando un ragazzino manifesta una disforia di genere, viene subito proposto l’approccio «affermativo» in cui sono previsti precoci interventi psicologici e medici atti a modificare i suoi caratteri fisici, senza attendere l’eventuale superamento di questa fase. L’autore conclude riportando alcuni esempi di persone perseguitate o persino arrestate per aver osato criticare la teoria gender e sulla clinica Tavistok and Portman inglese per i trattamenti transgender (recentemente chiusa).

Infine Pillon ha presentato la toccante intervista di Chloe Cole, transgender americana che, dopo un lungo percorso di ricerca personale, ha deciso di ritornare ad essere una ragazza, rientrando nel gruppo dei detransitioners, ovvero coloro che ritornano a riconoscere il proprio sesso iniziale. Chloe denuncia i gravi abusi delle terapie transgender e ricorda che «invece di intraprendere trattamenti medici irreversibili è necessario concentrarsi su come aiutare le persone a non odiare il proprio corpo».

STOP GENDER - FIRMA QUI!
 

 

Questo articolo e tutte le attività di Pro Vita & Famiglia Onlus sono possibili solo grazie all'aiuto di chi ha a cuore la Vita, la Famiglia e la sana Educazione dei giovani. Per favore sostieni la nostra missione: fai ora una donazione a Pro Vita & Famiglia Onlus tramite Carta o Paypal oppure con bonifico bancario o bollettino postale. Aiutaci anche con il tuo 5 per mille: nella dichiarazione dei redditi firma e scrivi il codice fiscale 94040860226.