Il professor Giandomenico Palka, già Ordinario di Genetica medica all’Università G. D’Annunzio di Chieti-Pescara e presidente della sezione Amci del capoluogo abruzzese, ha commentato per noi la notizia che abbiamo dato alcuni giorni fa della creazione in laboratorio di ibridi uomo-scimmia
«I primi tentativi di fare ibridi fondendo cellule umane con quelle di animali risalgono agli anni '70. L’intento principale era e rimane quello di cercare di fare organi umani da trapiantare in persone malate per ottenere la loro guarigione. L’intento teorico può essere valido, ma in pratica non si sono ottenuti mai ottenuti risultati concreti. Nel lavoro pubblicato sula prestigiosa rivista Cell secondo me si è fatto “much ado about nothing” , si è fatto un gran parlare di niente, in sostanza, perché le cellule simil embrionali umane, riprogrammate da fibroblasti e messe dentro 132 embrioni di Macaco di Giava, in poco più di due settimane sono morte quasi tutte. Solo 3 chimere sono sopravvissute. Questo basso tasso di successo conferma quanto diceva Padre Gemelli che “natura non facit saltum”. Permangono invece tutte le problematiche etiche legate a questi esperimenti».
Problematiche etiche insuperabili perché:
- per fare questi esperimenti si uccidono esseri umani in stato embrionale;
- l'eventuale ibrido risultante - si dirà - non è un essere umano. Ma non è neanche una scimmia. E quindi ha dignità maggiore degli altri animali. Chi ci dà diritto di usarlo e abusarne come se fosse una cosa?
Il bello è che coloro che plaudono a queste "conquiste della scienza" sono gli stessi che si battono streuamente contro la vivisezione, per i diritti degli animali e magari sono anche vegani.
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