La storia che viene raccontata, dal National Right to Life News, è quella di Megan, una giovane donna che, avvicinatasi a una clinica per aborti è stata poi aiutata a non uccidere il proprio bambino in grembo. Un giorno, però, cercando su Google qualcosa che la potesse aiutare per la gravidanza in corso, ha scoperto la realtà del Sacramento Life Center.
La donna non aveva la possibilità di raggiungere fisicamente la struttura ospedaliera, ma scoprì, tra i servizi offerti dal Centro, “Lyft”, una popolare compagnia di trasporti che consente, in particolare alle aziende, di organizzare, pagare e portare a termine gli spostamenti per i propri clienti. Questo programma permette infatti al Sacramento Life Center di pianificare in anticipo il trasporto dei pazienti, i loro appuntamenti e il loro ritorno a casa, anche per delle urgenze o delle visite all’ultimo minuto.
Un servizio che consente l’accesso alla struttura sanitaria soprattutto a molte donne in difficoltà, senzatetto o madri che hanno con sé molti bambini.
«Molti dei nostri pazienti sono ai margini della società», ha detto Marie Leatherby, direttore esecutivo del Sacramento Life Center, «e spesso non possono venire qui da noi proprio per problemi di trasporti». Nella maggior parte dei casi, infatti, si impiegano una o due ore per recarsi al Centro e molte persone non riescono neanche fisicamente o per problemi di salute a sostenere un viaggio simile in autonomia. «In questo modo», ha detto la direttrice, «diamo tutto l’aiuto possibile alle donne in difficoltà e soprattutto le aiutiamo a non abortire, ma a venire qui per tutte le cure e l’assistenza necessaria».
Nel 2018 il Centro ha servito circa 1800 clienti con test di gravidanza, ecografie, consulenze mediche e assistenza. Dall’avvio del programma Lyft, il Centro è stato in grado di offrire corse di andata e ritorno a 2/3 clienti ogni settimana senza alcun costo per i pazienti. Le corse, infatti, costano normalmente tra i 20 e i 25 dollari ma il Sacramento Life Center ha ottenuto dei finanziamenti per garantire la piena gratuità del servizio.
di Salvatore Tropea