«Da oggi Siena non fa più parte della Rete RE.A.DY, la Rete Nazionale delle Pubbliche Amministrazioni impegnate contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere. Lo abbiamo appreso dalle dichiarazioni pubbliche di alcuni esponenti della politica cittadina che hanno salutato trionfalmente una decisione miope che rappresenta un segnale di imbarbarimento e segna un passo indietro sulla strada dei diritti».
Con queste parole, Greta Sartarelli che si definisce “presidenta” del Movimento Pansessuale-Arcigay Siena, commenta la notizia dell’uscita del Comune di Siena dalla rete RE.A.DY.
Parole che rappresentano solo in parte le reazioni del Pd e delle associazioni della galassia Lgbt. Eppure le motivazioni che hanno portato la Giunta Comunale a questa decisione sono espresse in modo chiaro e lucido nella delibera con cui viene attuato e annunciato questo passo: «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. Anche in questo caso, quindi, il Circolo Sena Civitas ha assolto al proprio compito di stimolo all’interno della maggioranza che lealmente sostiene al fine di promuovere decisioni in linea con i valori e gli orientamenti dell’elettorato moderato che rappresenta».
La delibera è connessa, infatti, alla mozione che il consigliere Pietro Staderini del circolo “Sena Civitas” aveva inoltrato nei giorni precedenti, al Consiglio Comunale e che era servita a fare da leva all’interno della maggioranza che decisamente sostiene per promuovere una decisione come questa, coerente con i valori dell’elettorato che rappresenta.
Peraltro lo spirito di una simile azione emerge chiaramente anche dalle parole di Sara Pugliese, assessore alle Pari opportunità del Comune di Siena: «Uscire da una rete o associazione non significa negare diritti, non avendo nessuno l'esclusiva di rappresentare istanze che sono comunque ampiamente nell’attenzione di questa Amministrazione, che proseguirà nelle iniziative contro l'omofobia e il bullismo. [Chi ha letto…] l'uscita dalla rete Re.a.dy come un atto discriminatorio si tranquillizzi. Il civismo della Giunta De Mossi è garanzia del bene comune e non di atti ideologici che albergano altrove. Talvolta proprio dove oggi si sono levate le proteste più forti».
di Manuela Antonacci