Lo screenshot che vedete qui sopra è stato scattato il 12 gennaio alle 8:20 circa. Indicava il numero di bambini uccisi dall’aborto nel mondo dal 1 gennaio, a mezzanotte, fino a quel momento.
Linkatevi, ora che leggete, al sito Worldometers e guardate a che numero siamo arrivati. E guardate con che velocità il contatore continua a girare: una vita spezzata per ogni numero che passa sul vostro schermo.
I dati sull’aborto visualizzati sul contatore Worldometers – dice il testo inglese – si basano sulle ultime statistiche mondiali sull’aborto pubblicate dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS).
Secondo l’OMS, ogni anno nel mondo ci sono circa 40-50 milioni di aborti . Ciò corrisponde a circa 125.000 al giorno .
L’aborto rimane la causa numero 1 di morte negli Stati Uniti, specialmente nella comunità nera.
A livello internazionale, Cina e India hanno i più alti numeri di morti per aborto nel mondo. Lì spesso l’aborto è anche un abuso nei confronti delle donne che sono spesso costrette ad abortire soprattutto se incinte di bambine, femmine.
Ma non importa quali siano le circostanze che causano questi morti: si tratta di bambini, esseri umani unici, irripetibili, preziosi, che meritavano di vivere. Sono bambini a cui è stata negata la possibilità di crescere e vivere, di sognare, frequentare la scuola, trovare l’amore della propria vita e di lasciare il loro ricordo nel mondo. Sono bambini che potevano diventare Cristiano Ronaldo, o Simone Biles, o Andrea Bocelli, o anche solo persone “qualsiasi”, che però a loro volta potevano mettere al mondo figli e nipoti e pronipoti...
In Italia, secondo gli ultimi dati ISTAT e la relazione del ministero della salute (presentata a dicembre con 10 mesi di ritardo) c’è chi esulta perché “solo” 60.000 figli di mamme italiane sono morti per l’aborto (i figli degli stranieri – evidentemente – non contano. Allora perché tutta questa ansia per concedere loro lo ius soli?) .
Il numero totale di aborti eseguiti nel 2016 (dati più recenti) è stato di 84.874, in calo rispetto agli anni precedenti. Comunque si tratta di 232 bambini morti al giorno, in media. Quasi 10 bambini ogni ora, circa un bambino ogni 5 minuti.
Ma in realtà – purtroppo – nessuno sa esattamente quanti bambini rimangono vittime dell’aborto ogni anno in Italia e in tutto il mondo: quel contatore indica dati OMS che coincidono sostanzialmente con quelli del Guttmacher Institute, l’ente per la ricerca affiliato alla Planned Parenthood, che secondo alcuni sono dati del tutto inaffidabili.
E sono dati che non tengono conto dei criptoaborti (aborti causati dalla cosiddetta contraccezione d’emergenza e dai metodi contraccettivi abortivi. Pensate che la vendita di ellaOne è aumentata del 763%, secondo i dati presenti nella Relazione) e non tengono conto degli aborti in pillole (col Cytotec) che non vengono riportati (come tutti gli altri aborti clandestini). Lo spiega anche Ognibene su Avvenire che sottolinea come – oltretutto – gli aborti in meno, rispetto ai dati precedenti non sono coincisi con dei nati in più: la questione demografica resta gravissima.
A dirla tutta, poi, anche i bambini allo stato embrionale che muoiono per la fecondazione artificiale andrebbero ricordati nel conteggio triste di questa strage di innocenti...
In ogni caso, anche così com’è, il contatore Worldometer è inquietante da guardare: ci fa sentire impotenti? Non lo possiamo fermare? Forse, a livello mondiale, davvero non abbiamo neanche il potere di rallentarlo. Ma non possiamo far finta di niente. E allora mi chiedo: “E io cosa ho fatto, che cosa faccio, per contrastare questa ecatombe di innocenti?”
Alba Mustela
per un’informazione veritiera sulle conseguenze fisiche e psichiche dell’aborto