03/02/2021 di Manuela Antonacci

Il dilemma sui detenuti transgender, tra ideologia e realtà

Ultimamente, si sta facendo sempre più cogente la questione dei carcerati transgender che vorrebbero essere ospitati in sezioni maschili o femminili, non in base al loro sesso biologico, ma in base al loro sesso percepito.

In America, in modo particolare, in questo periodo, si sta ricominciando a parlare di questa sorta di “dilemma”, partendo dal recente caso di Karla Bello, assistente sanitaria in Florida. In realtà parliamo di un individuo di sesso maschile che viveva da donna, ormai da anni, quando, non essendosi presentata in tribunale, per rispondere di una serie di infrazioni del codice stradale, non ha pagato la cauzione ed è finita in una prigione maschile. Lì, a suo dire, le guardie le avrebbero sequestrato il reggiseno e il "gaff" (un pezzo di tessuto usato per nascondere i genitali maschili), facendola sentire umiliata. Inoltre le sarebbe stato impedito di assumere gli ormoni cross sex a cui si era ormai abituata, provocandole crisi di ansia. Per questo si sta facendo la strada l’idea che mettere donne transgender in carceri maschili, possa essere crudele, anche perché, in teoria, avrebbero anche molte più probabilità di essere aggredite dagli altri detenuti.

Tutto ciò sta portando diversi attivisti lgbt a chiedere che una volta per tutte le persone transgender siano accolte in sezioni maschili o femminili in base al loro genere percepito, piuttosto che al sesso biologico.

Ma la questione, in realtà, non è così semplice: anzi, è piuttosto controversa. Infatti si sono verificati, nel mondo, anche casi di segno opposto. Ovvero carceri femminili, in cui detenuti transgender sono stati denunciati per aver violentato le loro compagne di cell . Ciò è avvenuto in Inghilterra, dove peraltro, la stessa triste solfa, si è verificata anche nei bagni e negli spogliatoi “unisex”.

E tutto ciò non dovrebbe affatto meravigliarci ma piuttosto farci riflettere su come, per quanto, si provi a forzarla e a piegarla al nostra pensiero, con ogni sorta di ideologia, in realtà alla fine la natura si palesa. Nei casi sopracitati, però, una natura che forzata porta a fenomeni (e problemi) di violenza e abusi.

Questo articolo e tutte le attività di Pro Vita & Famiglia Onlus sono possibili solo grazie all'aiuto di chi ha a cuore la Vita, la Famiglia e la sana Educazione dei giovani. Per favore sostieni la nostra missione: fai ora una donazione a Pro Vita & Famiglia Onlus tramite Carta o Paypal oppure con bonifico bancario o bollettino postale. Aiutaci anche con il tuo 5 per mille: nella dichiarazione dei redditi firma e scrivi il codice fiscale 94040860226.