Il fatto di essere un’università da sempre retta dai Gesuiti e di essere il più antico polo universitario cattolico d’America pare non aver influito più che tanto: anche alla Georgetown University di Washington la propaganda dell’ideologia gender è riuscita a farsi spazio.
A partire dall’anno accademico 2018/2019 saranno adibiti presso la struttura degli alloggi “gender free“, per coloro che – riporta la nota dell’Ateneo fatta circolare via mail a fine dicembre – stanno ancora esplorando «il proprio gender e la propria sessualità». Commenta il giornalista Matteo Matzuzzi su Il Foglio: «Uno spazio neutro, insomma, per chi non si riconosce nelle categorie uomo-donna e non vuole essere costretto a scegliere in quale alloggio sistemarsi, perché oltre al binomio uomo-donna c’è di più. Il tutto, spiegano dall’ufficio residenziale dell’Ateneo, in nome “dei nostri valori cattolici e gesuiti” che prevedono “un linguaggio, una prospettiva e un senso di inclusione votati ad approfondire il nostro senso di cura personalis”. Grace Smith, la studentessa che aveva richiesto di predisporre le stanze da letto a-gender e che guida il gruppo Lgbtq+ della Georgetown, esulta su Facebook e a caratteri maiuscoli scrive che trattasi di “un grande risultato per un’università gesuita”».
La battaglia è stata dunque vinta dai paladini del gender, che avevano già provato a ottenere un risultato in tal senso nell’aprile del 2017 e avevano ricevuto una risposta negativa. Ora invece il risultato è stato portato a casa, così come il gruppo Lgbt è riuscito a far sì che alla Georgetown University siano stati istituiti un centro risorse Lgbtq+ e dei bagni “no gender”. Insomma, il piano è ormai inclinato e la corsa verso il baratro è cominciata.
Ad ogni modo, non bisogna disperare. A un livello profano, non è detto che Trump non riesca in qualche modo a intervenire sulla decisione; a un livello più elevato, invece, a guidare deve essere la consapevolezza che la Buona Battaglia va combattuta senza esclusione di colpi ma nella ferma speranza che le forze del Male «non prevalebunt».
Redazione
Fonte: Il Foglio
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